Migranti, Danese su Ponte Mammolo: “Lo abbiamo fatto per il loro bene”
Ponte Mammolo, alcune persone nell'area sgomberata
ROMA - “Abbiamo sgomberato la baraccopoli di Ponte Mammolo perché vogliamo offrire a questi migranti un percorso di integrazione reale. Lì vivevano in condizioni igienico sanitarie pietose”. Francesca Danese, assessore alle politiche sociali di Roma, risponde a chi ieri ha accusato il Comune di non aver avvisato i residenti dell’imminente sgombero e di non aver offerto loro una sistemazione alternativa. Nel campo “La Comunità della Pace” vicino alla stazione vivevano quasi duecento migranti di varie nazionalità: c’erano etiopi, eritrei, bengalesi, romeni, ucraini e sudamericani. Negli ultimi mesi a questi si erano aggiunti altre 400 persone arrivate a Roma dalla Sicilia che aspettavano di raggiungere il nord Europa. Non avevano né luce né acqua e dormivano in baracche di legno e lamiera larghe pochi metri.
“Due settimane fa abbiamo fatto un censimento nella parrocchia di Santa Maria del Soccorso. Le persone che abitavano lì erano 120. Ieri abbiamo trovato un alloggio a 176 migranti, la maggior parte sono rifugiati: sono stati portati in quattro centri d’accoglienza della Capitale che li hanno ospitati gratuitamente, senza spese per il Comune”.
Gli altri migranti che erano appena arrivati nella Capitale hanno passato la notte all’aperto davanti alla stazione di Ponte Mammolo. Per l’associazione Medu, medici per i diritti umani, il Comune li ha abbandonati a se stessi. “Non potevamo sapere il numero esatto perché si fermano pochi giorni e poi ripartono. Ieri abbiamo offerto un posto anche a loro ma alcuni hanno rifiutato perché non si fidavano. Non vogliono essere identificati, sanno che altrimenti sarebbero costretti a rimanere in Italia”. Tra di loro ci sono anche decine di minori e di bambini molto piccoli. “Stiamo mandando la nostra centrale operativa per assisterli”, spiega Danese. “Adesso la nostra priorità è preparare un protocollo d’intesa con la prefettura per risolvere questa situazione”.
Falso, invece, secondo Danese, il mancato preavviso dello sgombero. “Li abbiamo avvertiti. Non abbiamo detto loro la data precisa ma la parrocchia ha fatto un lavoro certosino per informarli. Dieci giorni fa sono andata personalmente a parlare con loro”. Per Danese era dal 2005 che nessuno si occupava dei rifugiati di Ponte Mammolo, a parte le associazioni umanitarie. “La scorsa settimana c’è stato un incendio nel campo e per fortuna nessuno è rimasto ferito. Era pieno di bombole a gas ed eravamo molti preoccupati. Vogliamo permettere loro di vivere in modo dignitoso e di integrarsi”.
Danese smentisce anche chi ha affermato che i migranti non sono stati trasportati nelle strutture d’accoglienza. “Erano presenti 3 unità mobili e la Croce Rossa che hanno fatto la spola dal campo ai centri”, racconta. “Quel luogo andava chiuso per il bene di queste persone. Poi, non fa piacere vedere le ruspe che distruggono le baracche. Ieri ho fermato l’operazione per più di un’ora per tranquillizzare i residenti. Adesso dobbiamo cercare di risolvere la situazione dei migranti in transito nella nostra città e chiedere che vengano attivati dei canali umanitari”. (Maria Gabriella Lanza)