8 ottobre 2020 ore: 13:09
Immigrazione

Migranti, Di Piazza: “Dopo regolarizzazione e revisione dl sicurezza, pensare all'integrazione”

Il sottosegretario alla presentazione del rapporto Caritas-Migrantes: "Definire un nuovo governo delle migrazioni e dell’integrazione che sappia superare tutti gli schemi rivelatisi ormai inadeguati, inefficaci o del tutto errati"
Foto: www.interno.gov.it Emersione lavoro, regolarizzazione, migranti

ROMA - “L’emersione è stata il primo passo, la revisione dei Decreti Sicurezza il secondo. Il cammino deve continuare fino a definire un nuovo governo delle migrazioni e dell’integrazione che sappia superare tutti gli schemi rivelatisi ormai inadeguati, inefficaci o del tutto errati. Sono riforme da costruire con un ampio confronto in Parlamento, toccando tutti i nodi, dal sistema dell’accoglienza agli ingressi per lavoro, cercando di operare raccogliendo il massimo del consenso possibile”. Lo ha sottolineato Stanislao Di Piazza, sottosegretario al ministero del Lavoro, intervenendo alla presentazione, oggi a Roma del XXIX rapporto Immigrazione Caritas Migrantes.

Citando l’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” ricorda che le parole del Pontefice devono “stimolare la nostra comunità nazionale ad una elaborazione non strumentale su cosa vuole dire accogliere pienamente e formalmente i figli delle migrazioni e quanti condividono con noi da anni la quotidianità delle vita nei nostri territori, per evitare fenomeni  di mancata integrazione e costruire nuove comunità coese e plurali. Così come per l’economia, anche per l’immigrazione c’è bisogno di nuove visioni e di nuovi paradigmi. I processi vanno pensati e declinati, prima di tutto, rispetto ai principi dell’etica e della centralità della persona - aggiunge -. Non solo politiche nazionali di governo dei flussi migratori e dei modelli di inclusione. Servono indirizzi chiari per il rispetto delle garanzie universali dei diritti dell'uomo e accesso ai sistemi di welfare; partecipazione e rappresentanza degli immigrati nella società civile per una effettiva vita sociale; accesso alla cittadinanza, con particolare attenzione ai giovani di seconda generazione, spesso italiani di fatto ma non di diritto. Una condizione dovrà, però, condurre azioni e, prima ancora, coscienze: l’idea che l’immigrazione è generatrice di cultura, scambio, dialogo per la sostenibilità della Terra nostra casa comune”.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news