Migranti. Diciotti, ipotesi Bologna per le famiglie sbarcate a Catania
BOLOGNA - Frate Benito Fusco del centro missionario Servi di Maria è pronto ad accogliere i migranti, in gran parte eritrei, lasciati scendere dalla nave Diciotti, se una parte di loro sarà affidata alla diocesi bolognese e se questa sceglierà l'eremo di Ronzano, una comunità francescana sui primi colli bolognesi, come destinazione.
E’ più di una ipotesi. Anche se, per ora, mancano conferme ufficiali. Di sicuro c'è la disponibilità dell'arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, data alla Cei, la Conferenza episcopale italiana, che ha scelto di occuparsi, attraverso il coordinamento della Caritas, di 100 delle persone bloccate per quasi una settimana al porto di Catania e ora trasferite nell'hotspot di Messina.
“E' la diocesi la referente”, precisa Fusco, un passato da militante politico e da sempre impegnato nell’accoglienza agli stranieri in città, facendo riferimento a una probabile distribuzione dei migranti in strutture adeguate di competenza della curia locale. “Saremmo molto contenti, ma non dipende da me”, aggiunge il frate. “Ancora non siamo stati contattati”.
All'Eremo di Ronzano vivono già tre famiglie eritree, con 5 minori, accolte dalla cooperativa DoMani attraverso il progetto di corridoi umanitari realizzato dal 2016 dalla Comunità di Sant’Egidio con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e la Tavola Valdese con l'obiettivo di “evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti, tra cui molti bambini – si legge sul sito della Comunità -; impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre; concedere a persone in "condizioni di vulnerabilità" (ad esempio, oltre a vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo”. Il progetto è “completamente autofinanziato” dalle associazioni che partecipano e ha già sostenuto l'arrivo in sicurezza di oltre mille persone, soprattutto profughi dalla Siria in guerra.
A Ronzano è nata anche “Casa Abba”, voluta dai frati e dalla diocesi e gestita dalla coop DoMani. Vi abitano 22 minori stranieri non accompagnati di varie provenienze, - Albania, Gambia, Nuova Guinea, Pakistan e Somalia - già passati per un percorso di prima accoglienza e ora impegnati a studiare italiano per poi accedere ai corsi per conseguire la licenza media e in seguito a quelli professionali, in collaborazione con i Salesiani.
Per capire se i migranti della Diciotti potranno trovare casa all'Eremo, secondo frate Benito, bisognerà sapere chi eventualmente siano – per esempio minori o nuclei familiari – in modo da valutare come possano integrarsi con quelli già ospitati. In attesa di conoscere le decisioni della curia cittadina, Fusco non ha dubbi sull'operato del ministro dell'Interno: “Salvini ci sta facendo vergognare in tutta Italia e in Europa. Se deve essere Ministro – attacca il frate - deve esserlo di tutti, non solo dei razzisti e degli xenofobi” . (Benedetta Aledda)