9 giugno 2015 ore: 14:54
Immigrazione

Migranti disabili: 3,3% a scuola, 1,9% iscritto al collocamento. “Doppiamente discriminati”

In Italia i migranti con disabilità subiscono una doppia discriminazione. A dirlo è la Fish che oggi a Roma ha presentato la ricerca “Migranti con disabilità: conoscere il fenomeno per tutelare i diritti”. Sono tanti quelli che non hanno accesso a cure riabilitative specifiche
Bambino in carrozzina con zainetto, disabili e scuola

ROMA - Essere un migrante disabile: una doppia condizione di fragilità che può trasformarsi in una forma ancora più forte di discriminazione. E’ l’allarme che ha lanciato la Fish, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, che questa mattina ha presentato alla Camera dei Deputati a Roma la ricerca “Migranti con disabilità: conoscere il fenomeno per tutelare i diritti”, in collaborazione con le associazioni Villa Pallavicini e Nessun luogo è Lontano. L’obiettivo è quello di indagare le condizioni di vita degli stranieri con disabilità che spesso vivono come invisibili. “Queste persone sfuggono non solo alle statistiche ma anche alle istituzioni - ha affermato Vincenzo Falabella, presidente della Fish -. La nostra società ignora le loro esigenze e le loro difficoltà e tutto il peso grava sulle famiglie che già faticano a realizzare il loro progetto di inclusione”. Come spiega Giovanni Merlo che ha curato il rapporto, “non sappiamo il numero preciso: è un fenomeno sommerso caratterizzato da silenziose violazioni dei diritti umani”.

La prima discriminazione che subiscono è a livello lavorativo: “Il permesso di soggiorno è legato al reddito ma le persone con disabilità hanno più difficoltà ad accedere al mondo del lavoro”, continua Merlo. Nel 2013 gli iscritti agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio erano 13.108 su 676.775, pari all’1,9 per cento del totale. Di questi il 37,4 per cento sono donne (4.906). Sempre nel 2013 gli avviamenti degli extracomunitari con disabilità sono stati 643 su 18.295, pari al 3,5 per cento. Anche accedere a cure specialistiche è un problema: “Non hanno diritto a prestazione riabilitative necessarie per la loro migliore qualità di vita: questa è una violazione evidente dei diritti umani”.

Solo nell’accesso allo studio non ci sono vincoli o limiti: “La nostra scuola è il laboratorio dove i bambini si incontrano indipendentemente dalle loro condizioni”, continua Schianchi. Nell’anno scolastico 2013-2014 gli alunni stranieri delle scuole italiane, statali e non statali, di ogni ordine e grado, erano 802.785, pari al 9% del totale, di questi 26.626 hanno una disabilità. Rappresentano il 3,3 per cento del totale degli studenti. “Il nostro obiettivo è incrementare la capacità inclusiva della scuola: spesso non c’è la giusta attenzione alla appartenenza culturale e si considera solo la disabilità”.

Come ha affermato don Pierpaolo Felicolo, direttore dell’ufficio Fondazione Migrantes di Roma e del Lazio, “il primo passo è farli uscire dalla solitudine, creare una rete di supporto intorno a loro. Al di là della loro condizione, sono persone come noi che vanno aiutate”.
Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ha sottolineato, invece, che “è dalla tutela delle minoranze che si valuta la qualità di una democrazia e la capacità di farsi carico di tutte le emarginazioni. Occorre creare una coscienza civica in grado di riconoscere le condizioni di diversità e di svantaggio”.

Alla presentazione è intervenuta anche la deputata del Partito Democratico Paola Binetti: “Ci impegneremo a presentare una mozione in Parlamento sui bambini che vivono questa doppia condizione”, ha promesso. “Vogliamo iniziare a lavorarci prima dell’inizio delle vacanze estive. Non escludiamo di inserirlo anche nel disegno di legge sul dopo di noi e sull’autismo”.

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