Migranti diventano guide turistiche nel cuore della Napoli multietnica
Napoli – Migranti impiegati come guide turistiche. Succede nella città multietnica per eccellenza, dove interi quartieri sono popolati da cingalesi, cinesi e persone di altri paesi. A Napoli si fa il giro della città in qualche ora, con mediatori culturali che accompagnano i turisti tra i vicoli del centro storico e le zone dove la presenza straniera è più forte. L’iniziativa si chiama “Napoli Migranda” ed è promossa dalla cooperativa sociale Casba con il contributo della Tavola Valdese e patrocinio del comune di Napoli. Si tratta di passeggiate interculturali condotte da cittadini di origine straniera e da un paio di italiani, per conoscere le atmosfere e le tradizioni di mondi lontani, che a Napoli conservano la loro identità e specificità, pur essendosi integrati nel tessuto socio-culturale della città.
Anastasiia, Chitra, Jimale, Shukri, Lydmyla, Irina, Papa, Chandrasiri, Pierre, Diarro, Pavlo, Jomahe con Chiara ed Elena, sono i cittadini di diverse nazionalità - senegalese, cingalese, somala, ecuatoriana, gambiana, russa, ucraina, ivoriana, mauritana e georgiana - appositamente formati in 200 ore di lezione tra studio in aula, ricerca sul campo e ricerca partecipata, sono le guide che accompagnano i visitatori nei percorsi cittadini, intrattenendoli con racconti sul cibo, sulla religione e sulle tradizioni delle diverse etnie. Napoli Migranda fa parte del network europeo Migrantour Intercultural Urban Routes sostenuto da Viaggi Solidali e le ong Acra ed Oxfam Italia e di cui fanno già parte Torino, Genova, Milano, Roma, Firenze, Lione, Parigi, Lisbona, Valencia. Le passeggiate si svolgono il sabato mattina (ore 10), con le scuole, su prenotazione e su richiesta e durano un'ora circa. Itinerari e date si trovano sul sito della cooperative e sulla pagina faceboook di Napoli Migranda.
Una parte consistente del tour si svolge nella zona circostante la Stazione centrale napoletana: si parte dalla Chiesa del Carmine in piazza Mercato, si prosegue con la visita alla Moschea, si passa per il market etnico e il ristorante bengalese, ci si immerge nel mercato del pesce per giungere a Porta Nolana dove ammirare le pietre importate dall’India e le bigiotterie della Cina. A piazza Garibaldi comincia una tappa obbligatoria è L'Angolo della Banana, il primo supermercato di riferimento per stranieri di ogni nazionalità, dal Sud America, all'Africa, all'Est Europa che qui vengono a rifornirsi dei loro prodotti tipici, si prosegue poi con Ennor, una delle prime macellerie halal a lavorare le carni secondo il metodo islamico, poi si attraversano i money transfer e gli internet point di via Federico D'Aragona, primi punti di riferimento della comunità somala in città. Da qui si continua verso via Milano e via Torino con l'artigianato magrebino, i parrucchieri africani, i kebab, le panetterie e gli alimentari algerini. A via Firenze si visita la piccola Moschea, utilizzata soprattutto dai senegalesi per le cinque preghiere quotidiane. La passeggiata termina al mercato senegalese di via Bologna per scoprire la Bissab, bevanda dissetante e curativa per tosse e raffreddore, i Bouye classici frutti dell'albero di Baobab, i Guro, frutti onnipresenti durante le cerimonie religiose (non possono mancare per le promesse di matrimonio!), il caffè senegalese oppure le Jampé, tipiche spugne per la pulizia del corpo, le parrucche dalle lunghe trecce o il Krus, rosario musulmano. Sono tutti tasselli di quel puzzle di culture, stili di vita, punti di vista diversi che è Napoli oggi. (mn)