Migranti, domani parte Triton. La Ue: “Tutto il Mediterraneo sarà sorvegliato”
BRUXELLES - L’operazione Triton nel Mediterraneo parte domani. E’ arrivata dalla commissaria uscente agli Affari Interni e alla Giustizia, Cecilia Malmstrom, all’ultimo giorno del suo mandato, la conferma ufficiale di quello che ormai già da diverso tempo si sapeva.
La Malmstrom ha sottolineato nuovamente come Triton sia stata tagliata su misura secondo le richieste delle autorità italiane e come il fatto che gli sforzi di Frontex, l’agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, si intensifichino non esenta l’Italia dal continuare ad adempiere ai suoi obblighi derivanti dal diritto internazionale e comunitario per quanto riguarda le operazioni di search and rescue, ovvero ricerca e salvataggio in mare. Una nuova frecciatina neanche tanto velata nell’eterna polemica che divide Roma da Bruxelles sulla continuazione di Mare Nostrum.
Fino a ora, conferma la Commissione, 21 Stati membri hanno dato la disponibilità a collaborare a Triton con mezzi tecnici, risorse e uomini. Altri potranno aggiungersi, dicono da Bruxelles. Fa però rumore la recente presa di posizione del Regno Unito che, per bocca del suo primo ministro David Cameron, si è rifiutato di partecipare all’operazione perché quest’ultima contribuirebbe a far accrescere gli arrivi di migranti irregolari in Europa (rappresentando un cosiddetto pulling factor). Ma il portavoce della Malmstrom, Michele Cercone, ricorda come la partecipazione alle operazioni Frontex è su base volontaria, quindi il Regno Unito ha diritto di non partecipare. E su mare Nostrum, per la cui continuazione sono stati lanciati negli ultimi giorni decine di appelli da ong italiane e internazionali, compresa Amnesty International, Cercone ha confermato che la decisione di cessarla dipende esclusivamente dal governo di Roma.
“Il nostro obiettivo è sempre stato e sempre sarà quello di salvare vite. umane - ha proseguito Cercone - Ma la competenza di search and rescue resta appannaggio degli Stati Membri. Noi, con Triton, mettiamo in mano al governo italiano uno strumento che però è complementare agli sforzi che l’Italia deve fare. Che poi tali sforzi si chiamino Mare nostrum o no, gli obblighi restano gli stessi”.
Fonti UE spiegano che gli obblighi italiani vanno oltre le acque internazionali che saranno sorvegliate da Triton, e il dovere da parte di tutti (anche delle navi mercantili per esempio) di fare tutto il possibile per salvare vite umane resta sempre. Il problema a cui da Bruxelles non rispondono è cosa succede se l’Italia non monitorerà più, cessato Mare Nostrum, le acque internazionali che non rientrano nell’area pattugliata da Triton. Perché in teoria l’Italia ha appunto l’obbligo di monitorare anche le acque internazionali come faceva con Mare Nostrum e di soccorrere i barconi in panne o gli immigrati in mare, ma in pratica bisognerà capire chi si accorgerà di questi barconi se non ci sarà nessuno a sorvegliare. I funzionari della Commissione comunque rassicurano che non ci sarà un’area che resterà non sorvegliata nel Mediterraneo.
Per quanto riguarda i mezzi tecnici messi a disposizione per Triton nei primi due mesi dell’operazione, ci saranno 65 uomini, in termini tecnici chiamati guest officers, quattro aerei ad ala fissa, un elicottero, quattro motonavi per il pattugliamento a largo, due navi per il pattugliamento costiero e un’imbarcazione più piccola. Un eventuale prolungamento dell’operazione e una sua variazione di intensità verrà discussa nei primi mesi del 2015, quando ci sarà più chiarezza sul budget che Frontex avrà a disposizione. Ma da Bruxelles restano fiduciosi di poter continuare Triton anche il prossimo anno. Confermato sia il budget di 2,9 milioni di euro al mese che l’area di pattugliamento di circa trenta miglia.
E’ certo che dopo la tragedia di Lampedusa, la Malmstrom aveva parlato di una grande operazione nel Mediterraneo da Cipro alla Spagna, e Triton non è questa operazione. Da Bruxelles riconoscono che non ci sia stata la volontà politica per una tale grande operazione.
Non è però solo l’Italia a essere sotto i riflettori per quanto riguarda l’immigrazione: oggi la Malmstrom ha recapitato una lettera al ministro dell’Interno spagnolo chiedendo chiarimenti su quello che sta succedendo a Ceuta e Melilla, dopo la diffusione di un video in cui la guardia civile spagnola picchiava un nordafricano che cercava di scavalcare una recinzione di confine. Ed è proprio di ieri un’altra lettera di tredici ong spagnole e internazionali che chiedono al relatore speciale Onu sull’immigrazione che faccia pressione sul governo di Madrid perché ritiri un emendamento a una proposta di legge che autorizza il rimpatrio immediato degli immigrati irregolari intercettati nelle due enclave spagnole in Marocco. (Maurizio Molinari)