5 luglio 2016 ore: 10:03
Immigrazione

Migranti, due su cinque sono lavoratori "poveri"

Rapporto Caritas-Migrantes. Il 41,7% del totale degli occupati stranieri infatti è considerato “lavoratore povero” contro il 14,9% degli italiani: guadagnano meno 850 euro al mese e 7 su 10 hanno un lavoro temporaneo o un part-time
Rapporto Immi 2015. Paesi con più immigrati (1)

ROMA - Il lavoro non basta per vincere il rischio povertà. Lo sanno bene gli stranieri in Italia che malgrado abbiano un impiego non riescono a far tornare i conti: il 41,7% del totale degli occupati stranieri infatti è considerato  “lavoratore povero” contro  il 14,9% degli  italiani: guadagnano meno 850 euro al mese e 7 su 10 hanno un lavoro temporaneo o un part-time. Lo rileva l'ultimo Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes. Particolarmente penalizzate le donne: se nel caso degli italiani la percentuale di lavoratrici povere sul totale delle occupate è del 27,6% contro il 10% degli  italiani nel caso degli occupati stranieri è del 59,3% contro il 25,4%.  Per gli osservatorio “la condizione dei working poor comincia  ad essere considerata  un elemento  non residuale, bensì caratterizzante, del mercato del lavoro italiano”. Dal 2014 al 2015, infatti, la quota si è quasi stabilizzata, con un leggero spostamento dal 18,8% al 18,2%.

Rapporto Immi 2015. Immigrati, professione e provenienza (6)

Nel II trimestre 2015 su oltre 4 milioni di  persone in età da lavoro, oltre 2,3 milioni di occupati stranieri (che costituiscono il 10,5% del totale), di cui 1.575.157  extra-Ue (66,7% degli occupati  stranieri)  e 785.150  lavoratori comunitari . L’88,5% degli occupati stranieri è dipendente. Gli stranieri in cerca di occupazione sono 455.578 (14,7% del totale), di cui 328.070 di nazionalità non Ue (72%  del  totale in cerca di occupazione). Gli inattivi  stranieri  sono 1.251.261, di cui 922.510 non Ue.

La maggior parte degli occupati stranieri al Nord e in particolare  in quelle  del Nord Ovest (788.405, il  33,4% del totale degli occupati stranieri) e del Nord Est (586.940, 24,9%),  dove gli stranieri alla ricerca di lavoro rappresentano circa un terzo del totale dei disoccupati. La minore presenza di lavoratori stranieri si registra, invece, nel Mezzogiorno: solo il 17,3% dei lavoratori  Ue e il 13,7% degli extra-Ue è residente  in una regione me- ridionale. Nelle regioni del Mezzogiorno la disoccupazione è quasi totalmente  italiana

Rapporto Immi 2015. Paesi con più immigrati (1)

Sono occupati soprattutto nel settore dei servizi collettivi  e personali (29,8%), nell’industria in senso stretto (18,4%), nel settore alberghiero  e della ristorazione  (10,9%), nelle costruzio-ni (9,6%) e nel commercio (8,3%). Nell’insieme di questi settori è collocato il 77,0% degli immigrati. Per le donne tsi conferma la tendenza delle “tre C”: caring, cleaning e catering (cura, pulizia  e ristorazione): è in questi settori che si concentra la presenza do  donne  straniere.  

Part-time involontari degli immigrati. Tra gli occupati stranieri  quasi  il 50% ha un contratto  di lavoro stabile  a tempo indeterminato, ma con salari più bassi rispetto agli occupati  italiani. Un significativo altro 20,4% è composto di lavoratori  dipendenti a tempo indeterminato, "che hanno un contratto a tempo parziale che dichiarano di aver dovuto  accettare  non avendo  trovato  una  posizione  stabile", sempre con retribuzioni inferiori  rispetto agli italiani che svolgono  lo stesso lavoro. “Non va trascurato - sottolineano gli osservatori - che questi contratti  part-time involontari degli immigrati  nascondono trasformazioni di lavoro nero in 'lavoro grigio' caratterizzate da dichiarazioni di falsi part-time”. Per le donne straniere occupate "emerge una condizione più svantaggiata" rispetto agli uomini, sia nei contrattuali stabili  (40,9%  vs 57,6%), che nel part-time involontario a tempo indeterminato (32,5% vs 10,1%). Le differenze  salariali,  poi, risultano  particolarmente significative  anche tra donne straniere e donne italiane.

 

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