Migranti due volte: i "nuovi" italiani che se ne vanno per cercare fortuna altrove
ROMA - Per la prima volta, il rapporto Migrantes "Italiani nel mondo" si occupa di un tema destinato a diventare sempre più popolare, quello cioè dei nuovi migranti di origini non italiane, ma che sono recentemente partiti dall'Italia con cittadinanza italiana. Sono i cosiddetti “nuovi italiani”, le cui caratteristiche somatiche ci farebbero "etichettare” come cinesi, nigeriani, indiani, bengalesi, marocchini e che invece, dopo anni di permanenza in Italia, non solo hanno acquisito la cittadinanza italiana ma, essendo anche loro coinvolti dalla negativa congiuntura economica e occupazionale, decidono di lasciare l’Italia e provare a cercare altrove la realizzazione.
Il volume affronta il caso specifico dei bengalesi. Sono migranti due volte: hanno intrapreso un viaggio dal Bangladesh verso l’Europa, si sono fermati almeno dieci anni in Italia e poi si sono spostati nuovamente verso il Regno Unito. I bengalesi stanno migrando dall’Italia alle città britanniche, soprattutto Londra ma anche Birmingham e Manchester. Almeno 5 mila famiglie in tutto il Regno Unito, quindi almeno 20 mila persone, sono di provenienza bengalese e cittadinanza italiana. La stima è di Golam Tipu, voce della comunità italo-bengalese e membro del Comitato che rappresenta i cittadini italiani al Consolato di Londra: "Non ci sono dati ufficiali ma, lavorando nella comunità, quello che vedo è un fenomeno sempre in crescita: almeno 5 mila famiglie con una media di 4 persone per famiglia". Le località britanniche più interessate dalla presenza dei migranti italiani di origine bengalese sono alcuni grossi sobborghi di Londra come Ilford – che si trova nella zona nord-est della citta a 14 km dal centro – e Tower Hamlets – la roccaforte storica della comunità bengalese nell’East End della citta – dove i bengalesi raggiungono il 32% della popolazione, contro il 3% dell’intera capitale britannica e l’1% del Regno Unito. Il 48% è migrante di prima generazione. C’è una differenza generazionale tra gli italiani bengalesi e gli italiani di prima generazione nella scelta del proprio trasferimento dall’Italia al Regno Unito: gli expat italiani d’Italia sono in prevalenza giovani, spesso single in cerca di una realizzazione personale mentre gli italiani bengalesi sono spesso padri di famiglia che si trasferiscono con moglie e figli e trovano impiego nella ristorazione, nel piccolo commercio, nei mezzi di trasporto privato come i minicab, ma anche nel settore legato alle tecnologie.
Un caso rappresentativo di questo fenomeno è quello della piccola comunità veneta di Alte Ceccato, una frazione di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza. Secondo i dati Istat del 2015 il paese conta 2.045 abitanti stranieri, più un numero imprecisato di nuovi cittadini italiani che provengono da Stati europei ed extraeuropei e che sono classificati come “italiani” senza un riferimento specifico al proprio background etnico. Francesco Della Puppa ne ha studiato le caratteristiche nel libro "Una baglatown del nordest": "Ad Alte Ceccato c’è stato un boom di 200 acquisizioni della cittadinanza su 1.600 residenti bengalesi – sottolinea Della Puppa – e nel 2012 ben 60 famiglie, i cui componenti sono iscritti nell’elenco degli italiani residenti all’estero, hanno lasciato l’Italia per trasferirsi nel Regno Unito".
Il motivo principale che spinge i migranti bengalesi a lasciare l’Italia per il Regno Unito è economico, quindi legato alle tematiche legate al lavoro: "In Italia – spiega Golam Tipu – gli immigrati di prima generazione stanno faticando e vedono un futuro nero per i propri figli. Il Bangladesh fa parte del Commonwealth e gli inglesi sono stati da noi per 200 anni: abbiamo quindi le tradizioni inglesi nel sangue". La molla di questa nuova migrazione è proprio quella della realizzazione sociale, non tanto per sé quanto per il futuro dei propri figli.