Migranti: ecco il protocollo per trovare i tutori dei minori soli
Foto: Save the Children
Bologna - Percorsi di formazione e poi di aggiornamento, iniziative di sostegno e creazione di luoghi in cui incontrarsi e raccordarsi sia con le comunita' di riferimento che con i servizi sociali. Sono alcune delle azioni previste da un Protocollo siglato oggi tra il Tribunale per i minorenni di Bologna e l'ufficio del Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Emilia-Romagna con l'obiettivo di promuovere e facilitare la nomina di tutori volontari disposti ad assumere la tutela dei minori stranieri non accompagnati.
Per selezionare i futuri tutori, che verranno inseriti in un apposito elenco istituito dal Tribunale, sara' emesso un avviso pubblico con cui raccogliere le disponibilita' delle persone "e speriamo che siano tante", sottolinea la Garante regionale, Clede Maria Garavini. Del resto, i numeri parlano chiaro. Ad oggi attivita' continuative in questo settore si registrano a Bologna, Reggio Emilia e Ferrara per un totale di circa 40 persone formate e circa 15 tutele effettivamente attive. Questo a fronte dei 1.160 minori non accompagnati presenti in Emilia-Romagna al 30 aprile scorso: in gran parte maschi (93,6%) e 17enni (63,9%), provenienti soprattutto da Albania (40,6%), Gambia (12,5%), Nigeria (7,3%), Marocco (4,6%) e Guinea (4,2%). L'obiettivo di Regione e Tribunale e' dunque individuare tutori che "diventino per questi bambini e adolescenti un punto di riferimento importante, che sia in grado di capire le loro esigenze e difficolta'- dichiara Garavini- e di aiutarli nel loro percorso di vita", attivando una "tutela non solo giuridica e legale ma che sia espressione di genitorialita'". E' un "grandissimo problema quello di minori soli che rischiano di non avere nessun diritto e nessun futuro", avverte la presidente dell'Assemblea legislativa Simonetta Saliera.
Il protocollo siglato oggi nasce per questo, "ma perche' poi sia reale, vivo ed utile invece che solamente una procedura burocratica- aggiunge Saliera- c'e' bisogno che la comunita' intera ci aiuti". Risponde a questa esigenza il coinvolgimento delle realta' religiose. Un aspetto importante "per il richiamo etico che le religioni rappresentano", sottolinea l'arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi: "Che insieme cerchino di affrontare i problemi e di aiutare le persone a farlo, penso sia un valore in piu'". In particolare su un tema come quello affrontato oggi: "Ci giochiamo tutto proprio sulla protezione dei minori, perche' e' li' l'inizio della civilta' e dell'umanesimo".
Un minore non accompagnato "e' un controsenso e dobbiamo giustamente impegnarci", dichiara il rabbino capo di Bologna, Alberto Sermoneta: "La natura dell'uomo e' avere figli e cioe' qualcuno a cui trasmettere i propri insegnamenti", dunque e' "un'occasione in piu' quella di poterli trasmettere a persone che sono deboli perche' orfane e straniere". I dati dimostrano che le nazionalita' piu' coinvolte "le ritroviamo nella nostra comunita' e quindi sono ragazzi che potrebbero essere i nostri figli o fratelli", aggiunge la responsabile dell'ufficio stampa della Comunita' islamica bolognese, Ilhame Hafidi, sottolineando che il protocollo promuove un "modello di cittadinanza attiva e di genitorialita' sociale". Soddisfatto il presidente del Tribunale per i minori, Giuseppe Spadaro: "Il diritto, al contrario di quanto si pensa, e' emozione. L'interprete del diritto deve emozionarsi, altro che rimanere distaccato". Questo significa sapere che "dietro quel fascicoletto non c'e' un pezzo di carta ma una persona umana ed un soggetto debole per antonomasia" qual e' il minore, conclude il magistrato. (DIRE)