Migranti, Feroci (Caritas): falso dire che siamo invasi per 150mila arrivi
Roma - "Le battute e gli slogan sono facili, subito percepibili e non si capisce cosa ci sia dietro. Mi riferisco alla frase 'aiutiamoli a casa loro', provate ad andare in Ciad, dove il grande lago si e' prosciugato, Sudan o Niger. Cosa vuol dire 'rimandiamoli a casa loro', li rimandiamo in Eritrea, Libia o in Siria da dove si scappa per la guerra? Quando si dice che siamo invasi perche' abbiamo 150mila persone arrivate sulle nostre coste e' una falsita' e le falsita' vengono smascherate anche se fanno presa. Bisogna saper ragionare con intelligenza e sensibilita'". Cosi' il direttore della Caritas di Roma, Enrico Feroci, in occasione dell'iniziativa della Caritas "Il pasto dell'incontro".
"La grande poverta' in Italia non e' economica ma culturale ed etica, bisogna ripartire dal rimettere la persona al centro e da una societa' che ha una cultura di accoglienza millenaria- ha concluso Feroci- Se prendiamo altre strade andiamo contro noi stessi e le nostre tradizioni".
"Chi non accoglie i fratelli e gli altri non e' cattolico. Lo dice il Vangelo, chi non accoglie il fratello non e' discepolo di Cristo". Continua il direttore della Caritas di Roma.
Rispetto alle prime azioni del nuovo Governo in tema di migranti e rom, con la chiusura dei porti che ha impedito lo sbarco della nave Acquarius e l'annuncio del ministro degli Interni di censire i rom, Feroci ha commentato: "Dico ai cristiani, a coloro che vivono in una dimensione di fede, che questi ragionamenti non solo non dovrebbero farli ma nemmeno ascoltarli. I cattolici sono coloro che mettono in pratica il Vangelo non chi si dice cattolico a parole". (DIRE)