Migranti: "Finirà nei Cie chi non accetta l’identificazione negli hotspot"
Il Cie di Ponte Galeria a Roma
MILANO - "Chi non accetterà di farsi identificare finirà nei Cie": per Mario Morcone, capo del dipartimento immigrazione del ministero dell'Interno, non c'è per ora altra soluzione. "Questi sono i binari sui quali siamo costretti a correre", afferma a margine del convegno organizzato da Caritas Italiana a Expo, durante il quale è stato presentato il Rapporto sulla protezione internazionale 2015. "Negli hotspot italiani dovranno passare tutti i profughi arrivati sulle nostre coste – aggiunge -. Troveranno la consueta accoglienza, ma anche i colleghi delle altre agenzie europee previste dagli accordi tra i Paesi". Le squadre miste saranno formate, infatti, oltre che dalle forze dell'ordine italiane, anche da personale dell'Europol, dell'Easo (agenzia europea per il diritto d'asilo), di Eurojust (per la cooperazione giudiziaria tra varie autorità nazionali contro la criminalità) e di Frontex (agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale delle frontiere esterne dell'Unione europea). "Saranno soprattutto loro a convincere i migranti a farsi identificare, a rassicurarli che la loro destinazione non sarà necessariamente l'Italia ma un altro Paese d'Europa", aggiunge Morcone.
L'accordo europeo di ridistribuzione dei migranti, però, riguarda solo siriani ed eritrei. E, come ha rivelato Redattore sociale ieri, finora sono poche centinaia i profughi di queste due nazionalità ad aver fatto domanda d'asilo in Italia. Gli altri, senza farsi identificare, hanno proseguito il loro viaggio verso il nord Europa. Quindi per ora i 40mila profughi che dall'Italia verranno ridistribuiti in altri Paesi dell'Europa non ci sono. "Su questo non c'è problema - risponde il prefetto Morcone -. Con il sistema degli hotspot li troveremo".
- Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha sottolineato che è necessario rafforzare i rimpatri di chi non ha diritto alla protezione umanitaria. Il problema è che i rimpatri non sono possibili se non ci sono accordi con i Paesi d'origine. "Anche su questo deve intervenire l'Europa - aggiunge Morcone -. Per l'Italia questi accordi sono troppo costosi, perché questi Paesi si fanno pagare per riavere i loro connazionali. Serve una politica europea".
Morcone è anche intervenuto sul dibattito sempre più acceso sui cosiddetti migranti di serie A (profughi che scappano dalle guerre) e di serie B (i cosiddetti “economici”). “Mi fa paura la piega che sta prendendo in Europa – ha affermato –. Non è accettabile che si crei la lista dei Paesi per i quali si concede sempre la protezione internazionale e quelli no. Non è possibile accettare distinzione tra migranti economici e rifugiati. Ogni migranti va valutato per la sua storia, come prevede la Convenzione di Ginevra e la nostra Costituzione. (dp)