5 settembre 2015 ore: 10:17
Immigrazione

Migranti, Galletti: "Tuteliamo anche quelli dei cambiamenti climatici"

Così il ministro dell'Ambiente durante suo intervento al Convegno "Laudato Si, rinnovare l'umano per custodire il Creato" organizzato dalla Cei. "Le immagini atroci che i media rilanciano in questi giorni interrogano le nostre coscienze"
Migranti in fila - piedi

ROMA - "Ogni persona vive dentro il proprio mondo ed è travagliata da problemi personali, sovente gravi, ma le immagini atroci che i media rilanciano in questi giorni, raccontando le tragedie dell'immigrazione interrogano le nostre coscienze". Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, nel suo intervento al Convegno "Laudato Si, rinnovare l'umano per custodire il Creato" organizzato dalla Cei, si è soffermato anche sui temi di stretta attualità. Quelle immagini di grande esodo, "a tratti mettono sotto accusa le nostre coscienze che, distratte, non hanno compreso l'enormità del fenomeno che stava maturando. Un esodo che - sottolinea il ministro - appare inarrestabile di fronte al quale ogni egoismo, ogni ragionamento su quote, distribuzione dei migranti fra i paesi, strategie nazionali, appare arido se non presuppone una profonda comprensione umana".

"Dobbiamo essere tutti consapevoli che non sono 'loro' un problema per noi, ma che tutti insieme abbiamo un problema da risolvere per una crescita dell'umanità in cui abbia valore la dignità dell'uomo. E non c'è una questione delle migrazioni slegata da quella della lotta alla povertà, slegata da quello della tutela dell'ambiente e di una più sostenibile produzione e distribuzione delle risorse anche energetiche. Lo sottolinea anche il Papa quando afferma che "è tragico l'aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale". Questi profughi dei cambiamenti climatici - ammonisce Francesco - "non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa". E in apertura dell'enciclica - conclude Galletti - troviamo questo nodo sociale, economico e umano lucidamente indicato, quando si ricorda 'l'intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta" e si ribadisce "la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso"(DIRE)

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