Migranti, Garlatti: per i minori non accompagnati servono risposte sistemiche
ROMA - "Negli ultimi mesi ho incontrato alcuni minori ospitati nelle strutture gestite dai comuni di Amelia (Terni), Aradeo (Lecce), Bologna, Cremona, Pescara e Rieti e ascoltando le loro testimonianze è chiara l'urgenza di garantire i diritti primari, vale a dire la presunzione di minore età, la collocazione in strutture idonee e la nomina di un tutore volontario che li possa accompagnare nel percorso di integrazione. Non è più pensabile gestire l'intero sistema di accoglienza dei minori in maniera emergenziale, quando è evidente che si tratta di un fenomeno che va approcciato in un'ottica sistemica. Alla luce delle criticità emerse, che evidenziano la necessità di assicurare la piena attuazione delle disposizioni normative, ho previsto in calendario ulteriori incontri tra cui anche la visita al centro di prima accoglienza S. Anna di Isola di Capo Rizzuto, Crotone". Lo ha dichiarato l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, a seguito del report che fotografa la situazione dei minori stranieri non accompagnati all'interno delle strutture di accoglienza SAI, a valle di un ciclo di visite che l'Autorità garante ha svolto presso sei diverse strutture di accoglienza.
Nel report - redatto anche con il contributo di Anci, Unhcr e Unicef - si raccomanda di velocizzare le procedure amministrative per ottenere il permesso di soggiorno e rendere uniformi le prassi su tutto il territorio nazionale, dal momento che in più realtà territoriali si registra una scarsità di tutori volontari e le tutele vengono affidate ai sindaci o agli avvocati, come del resto era prassi prima della legge Zampa del 2017.
"Stiamo completando l'elaborazione dei dati riferiti all'anno 2022- prosegue Garlatti- e confidiamo di pubblicare entro il prossimo mese il report di monitoraggio sul sistema della tutela volontaria. Apprendo dagli organi di stampa la preoccupazione per un trend in crescita relativo agli arrivi di bambine e bambini anche sotto ai 6 anni, tuttavia prudenzialmente ritengo opportuno attendere i dati ufficiali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Altrettando opportuno e doveroso è precisare che lo status di bambino solo non significa automaticamente bambino abbandonato ai fini dell'adozione. Le verifiche dell'effettivo abbandono non possono essere svolte in maniera frettolosa, questo è bene sottolinearlo perché non si può parlare in questi casi di adottabilità. Piuttosto va incoraggiato l'affidamento familiare, un istituto che va adeguatamente valorizzato come misura preferenziale di accoglienza a favore del processo di integrazione e inclusione sociale. Sul tema dell'affido stiamo avviando un progetto, grazie ai finanziamenti del Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami), per la sensibilizzazione e il rafforzamento dell'istituto dell'affidamento dei minori stranieri non accompagnati".
Attualmente i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia- riferisce Raffaella Sirena, giornalista impegnata nel settore e già tutrice di minori stranieri non accompagnati al termine del colloquio con la Garante- sono oltre 21 mila e, come già in una dichiarazione rilasciata dall'Agia a marzo scorso, i loro diritti non possono essere trascinati al centro dello scontro politico. Quel che è certo è che di tutrici e tutori volontari c'è bisogno per far fronte alle richieste crescenti e al fatto che, in alcune province, ci sono meno disponibilità e spesso coloro che sono iscritti negli elenchi dei tribunali sono costretti a rinunciare perché già hanno in capo altre tutele. In uno spot di sensibilizzazione l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza ricorda le modalità di candidatura e la ricchezza umana di questa esperienza di tutela volontaria. (DIRE)