Migranti, Gentiloni: i mutamenti climatici alimentano i flussi
ROMA - Il nesso tra sicurezza alimentare, clima e fenomeni migratori rappresenta "un nodo problematico tra i maggiori che oggi attraversano l'attivita' internazionale". Oggi affrontiamo "un punto di partenza problematico, e cioe' che dopo un decennio di significative riduzioni del numero di persone che nel mondo sono in condizione di malnutrizione e insicurezza alimentare di recente c'e' stato un rimbalzo negativo in aumento di queste grandi cifre e siamo ritornati ad un numero tra gli 800 e gli 850 milioni" di persone a rischio fame. "Questo deriva, dopo aver ottenuto risultati importanti che avevano portato per lungo tempo a una graduale diminuzione, deriva in parte anche dai femomeni climatici oltre che dagli effetti devastanti di guerre, conflitti e crisi locali". Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, lo dice intervenendo al convegno 'Clima, agricoltura, migrazioni. Risultati scientifici e scenari possibili', organizzato dal Cnr e da Palazzo Chigi all'Accademia dei Lincei.
"Noi ci preoccupiamo dei flussi migratori transfrontalieri- aggiunge Gentiloni- ma dimentichiamo i numeri 10 o 20 volte superiori delle migrazioni interne, spesso nel continente africano, causate da cataclismi e guerre e mutamenti climatici, ma anche dal fatto che l'urbanizzazione appare come l'unico modo per uscire dalla poverta' ma che in realta' oggi da fattore di sviluppo diventa peggiorativo".
In tutto cio', conclude io presidente del Consiglio, "il ruolo della scienza e' fondamentale, lo e' stato in tutti questi anni nell'affermare la centralita dei rischi globali del cambiamento climatico". (DIRE)