10 novembre 2016 ore: 15:30
Immigrazione

Migranti, Gentiloni in Africa. Arci: "Politica europea mette a rischio i diritti umani"

In questi giorni il Commissario europeo all’immigrazione Avramopoulos è in visita a Bamako, in Mali, accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri Italiano. Arci: “La priorità europea resta chiaramente quella di rimpatriare e bloccare le partenze, senza dare risposte concrete per fermare l’unico reale dramma che si sta consumando alle nostre frontiere e che ha portato il tragico bilancio delle vittime a più di 4200 nel solo 2016”
Migranti seduti a terra. Da poco sbarcati

ROMA - In questi giorni il Commissario europeo all’immigrazione Avramopoulos è in visita a Bamako, in Mali, accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri Italiano Gentiloni, mentre  si stanno facendo sentire le proteste delle associazioni maliane preoccupate dalla firma di un possibile accordo tra istituzioni europee e governo del Mali sulle politiche di riammissione e gestione delle frontiere maliane. A tal proposito l’Arci in un comunicato evidenzia come “la visita della delegazione europea è realizzata nell’ambito del dialogo Ue-Africa inaugurato a La Valletta. Il ministro Gentiloni continuerà poi il suo viaggio di ‘azione preventiva per arginare il flusso di migranti’ in Niger e Senegal, in base alla logica che sta dietro il migration compact proposto dal governo italiano”.

Per l’Arci, “la politica europea di collaborazione con i paesi di origine e transito rischia di mettere in pericolo i diritti umani e la dignità delle persone vittime di conflitti e crisi umanitarie: il contenimento dei flussi migratori viene infatti affidato a Paesi che si macchiano di violazioni dei diritti umani (come l’Etiopia, il Sudan e l'Eritrea) o ad altri, in una condizione di profonda instabilità politica ed economica (come il Mali e il Niger), in cambio di denaro e promesse di investimenti. Allo stesso tempo i fondi destinati agli aiuti allo sviluppo diminuiscono, allontanandosi dall’obiettivo dello 0,7% del reddito nazionale lordo”.

“La priorità europea resta chiaramente quella di rimpatriare e bloccare le partenze senza dare risposte concrete per fermare l’unico reale dramma che si sta consumando alle nostre frontiere e che ha portato il tragico bilancio delle vittime a più di 4200 nel solo 2016”, conclude l’Arci, che assieme a Arcs chiede al governo italiano e alle istituzioni europee di “predisporre immediatamente vie di accesso legale al territorio e di garantire risorse adeguate per una cooperazione internazionale basata sul coinvolgimento diretto delle organizzazioni locali della società civile, efficace contro la fame e le povertà, volta alla creazione di stabilità democratica e senza alcun condizionamento relativo alle politiche sull’immigrazione”. 

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news