Migranti, Giro: bene Eumed 7, ma anche la Francia collabori di più
ROMA - "Coi Paesi del Sud Europa condividiamo una sensibilita' comune, ma non vogliamo creare nessuna alternativa all'interno dell'Ue". Cosi' all'agenzia DIRE Mario Giro, vice-ministro degli Affari esteri, intervistato oggi a Roma.
Il tema e' il quarto incontro - terminato ieri - del 'EuMed 7', il gruppo dei sette Paesi del Sud dell'Europa, e il dubbio che l'iniziativa possa creare una fattura con altri blocchi, come ad esempio quello di Visegrad. "Non lo credo. Peraltro gli stessi Paesi di Visegrad non vanno d'accordo tra di loro" sostiene Giro. "Repubblica Ceca e Slovacchia ad esempio non sono sulla stessa linea di Ungheria e Polonia, ma qui il problema e' un altro. Budapest e Varsavia stanno lentamente abbandonando lo Stato di diritto - pensiamo all'indipendenza della magistratura o al potere giudiziario - e questo diventa un problema enorme per l'Europa".
Il presidente francese Emmannuel Macron ha ringraziato il ruolo dell'Italia ma ha anche detto di guardarsi "dai falsi buoni sentimenti"... Cosa ne pensa? "Il buonismo e' meglio del cattivismo perche' con quest'ultimo non si ottengono risultati" risponde Giro. "Siamo pero' d'accordo che bisogna trovare un equilibrio tra sicurezza, rispetto delle regole e azione umanitaria. Sappiamo che ad esempio dobbiamo aiutare i migranti bloccati in Libia, a volte schiavizzati, maltrattati, rinchiusi nei centri di detenzione affinche' possano ritornare nei loro Paesi. A chi invece ha diritto di protezione umanitaria va permesso di venire qui. Per questo il ministro dell'Interno Minniti ha aperto un canale umanitario dalla Libia".
"Il primo tentativo e' venuto dalla societa' civile - ricorda il vice-ministro - con l'iniziativa dei corridoi umanitari di Sant'Egidio e Chiese protestanti da Libano e Etiopia, a cui ha aderito anche la Francia. E' un bene, ma spero che Parigi, dopo tanti anni di chiusure, collabori di piu' con noi". (DIRE)