Migranti, hub Bologna: “Presenza di minori e sovraffollamento”
BOLOGNA – “Qui si regge solo perché ancora si riescono a garantire tempi di permanenza brevi, con una rotazione per gli adulti più o meno ogni 15 giorni. Se si dovesse passare anche solo a un mese, un mese e mezzo di permanenza, la situazione esploderebbe immediatamente”. A chiedere una svolta è la delegazione di Sinistra italiana che ha visitato l’hub di via Mattei. A destare preoccupazione è soprattutto la condizione degli ospiti minorenni: “La legge prevede che i minori non stiano in posti del genere, invece ci rimangono anche 10 mesi. È assurdo che l’Emilia-Romagna non riesca a trovare una soluzione più adeguata per 80 ragazzi”, spiega Giovanni Paglia, deputato di Si, entrato nella struttura insieme con la consigliera comunale di Coalizione civica Emily Clancy. E continua: “Abbiamo parlato con loro: non sono nemmeno chiari i criteri per cui c’è chi rimane qui poco e chi per mesi. Questo rappresenta una potenziale fonte di tensione: nessuno dà delle date, c’è chi vede coetanei entrare dopo di sé e uscire molto prima. Poi è ovvio si arrivi all’esasperazione”.
Oltre a quello che riguarda i minori, c’è anche il problema del sovraffollamento: “Oggi ci sono 900 persone, un anno fa erano 300. Non c’è più uno spazio ricreativo, non una vera mensa. Si fa la fila e poi con il proprio vassoio di mangia seduti per terra”. Oltre ai circa 80 msna, infatti, si contano 300 persone nei container, un centinaio nelle tende (misure emergenziali per permanenze di breve durata, aveva spiegato la Prefettura) e altre 500 nella struttura. “Le tende montate sono tutte utilizzate, in ognuna ci sono 10 persone: in pratica sono piene, a parte un corridoio centrale. Se con queste tende si arriverà a mille persone ospitate? A noi hanno parlato di una capienza di 960 persone: attualmente ce ne sono 890. È tutto già utilizzato e in sovraccarico. Certo, almeno le tende di via Mattei non sono quelle da 100-150 persone che si trovano in altre strutture analoghe, ma non c’è da consolarsi”.
Fuori dall’hub, il deputato ravennate ha commentato anche l’eventualità di aprire un nuovo Centro per i rimpatri in regione che, secondo quanto emerso sin qui, dovrebbe sorgere a Modena: “I Cpr? Strutture inumane e inutili, come i vecchi Cie. In Italia, su 200 mila persone nei vari Cas almeno 70-80 mila potrebbero essere dichiarate prive dei requisiti per il permesso di soggiorno. Quindi i Cpr servono ufficialmente per contenere 80 mila persone? Siamo alla follia totale. Ne conterranno in tutto 2-3 mila in condizioni di detenzione amministrativa, appunto come ai tempi dei Cie, solo per dare un segnale alla parte peggiore del Paese: rinchiudere alcuni migranti presi a caso. Invece, ci dovrebbe essere una possibilità di accoglienza per tutti, insieme all'Europa naturalmente”.
Luca Rizzo Nervo, assessore comunale al Welfare, prende posizione: “In questa fase ci è richiesto uno sforzo straordinario per gestire gli arrivi e, come ha detto anche la vicepresidente della Regione Gualmini, per fare buona accoglienza c’è un limite, e quel limite, all’hub, è molto vicino dall’essere superato. Dopo quelle dichiarazioni, va detto, abbiamo registrato una certa attenuazione degli arrivi. Certo serve ben altro per alleggerire la pressione sul centro di prima accoglienza”. Primo punto su cui intervenire, nelle intenzioni dell’assessore, i minori: “Vado spesso all’hub, pochi giorni fa ho parlato con tutti loro, che sono sotto la tutela del Comune. È da un anno e mezzo che segnaliamo il problema alla Prefettura e alla struttura di missione del ministero”. La soluzione a cui sta lavorando il Comune è una ripartizione dei minori non più solo a Bologna e nell’hinterland metropolitano, ma anche in altri territori della regione, esattamente come funziona per gli adulti: “È un impegno specifico, ma è chiaro che servono tempi tecnici per concretizzare”. (Ambra Notari)