11 maggio 2015 ore: 15:06
Immigrazione

Migranti, il piano Ue: più vite salvate e condivisione dei richiedenti asilo

Ecco cosa dice il Piano che la Commissione Juncker presenterà il 13 maggio. Triton tornerà alla dotazione di Mare nostrum. Tutti gli Stati dovranno farsi carico di una quota di rifugiati, anche andandoli a prendere direttamente dai paesi di origine e di transito
Migranti. Uomo di colore si tiene la testa

ROMA - L’agenda per l’immigrazione della Commissione Juncker verrà presentata mercoledì 13 maggio, ma ne è già in circolazione una bozza. Il documento contiene un’introduzione e tre capitoli, rispettivamente con le soluzioni a breve, medio e lungo termine per permettere all’Unione Europea di passare dalla gestione emergenziale dei flussi migratori e nello specifico della situazione nel Mediterraneo, a una risposta più ad ampio raggio e che possa servire da esempio anche per il futuro. Nell’introduzione dell’agenda si riconosce, come imperativo immediato, la necessità di salvare vite umane. Si ammette anche che la risposta che l’Europa ha dato, da ultimo col summit dei leader Ue del 23 aprile, è stata tempestiva ma insufficiente. Il vero obiettivo da raggiungere, secondo il documento, è passare dalle parole ai fatti e fare della politica europea comune sull’immigrazione una realtà.
Vediamo le azioni previste dal Piano, partendo da quelle “immediate”.

Salvare vite
“Le operazioni di search and rescue nel Mediterraneo verranno rafforzate - si legge nella bozza - per ritornare agli stessi livelli della missione italiana Mare Nostrum. La Commissione ha già presentato un emendamento al bilancio 2015 e, per la fine di maggio, presenterà anche le modifiche al bilancio 2016. Triplicare i fondi per Triton e Poseidon - continua l’agenda - vorrà dire sia estendere il livello di capacità di intervento delle due operazioni sia la loro area geografica”.

- Lotta alle organizzazioni criminali dei trafficanti
L’Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unione Federica Mogherini ha presentato le opzioni per un’operazione militare da condurre sulle coste libiche per la distruzione delle imbarcazioni usate dai trafficanti. Inoltre Europol rafforzerà immediatamente la sua recente operazione Jot Mare, il cui risultato sarà un centro inter-agenzie per la lotta al traffico di migranti in collaborazione con Frontex. Frontex ed Europol creeranno anche dei profili dei tipi di navi utilizzate maggiormente dai trafficanti, in modo da individuarle prima e monitorare i loro movimenti. Infine sempre Europol si occuperà di individuare e rimuovere i contenuti internet con cui i trafficanti attraggono gli immigrati e li convincono a intraprendere le pericolose traversate.

Ricollocamento di profughi e richiedenti asilo
Nei mesi a venire, si legge nella bozza, l’Ue dovrà far fronte a un’enorme pressione sul proprio sistema di asilo. Per evitare che tale pressione arrivi a livelli insopportabili, la Commissione proporrà - entro fine maggio - di far scattare un meccanismo di emergenza per il ricollocamento obbligatorio di chi avrà bisogno di protezione internazionale (articolo 78/3 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea). Ci sarà un’equa ripartizione dei profughi e dei richiedenti asilo che verranno presi in carico dagli Stati membri in base a criteri che tengano conto della popolazione degli stessi, del Pil, dei livelli di disoccupazione e delle domande di asilo già accolte in precedenza da ogni singolo paese.
Questo forse è il punto più importante contenuto nell’agenda, che stabilisce anche che questo passo sarà il precursore a una soluzione permanente per una migliore e più equa condivisione delle responsabilità fra i ventotto paesi Ue. Entro la fine dell’anno, la Commissione farà infatti una proposta legislativa per un meccanismo automatico e obbligatorio per il ricollocamento, un cosiddetto relocation system che scatterà in caso di ingenti arrivi di profughi e richiedenti asilo.

Reinsediamento di chi ha diritto alla protezione internazionale direttamente dai paesi terzi
Sempre per fine maggio, l’agenda impegna la Commissione a proporre uno schema di resettlement, ovvero reinsediamenti, che impegni tutti gli Stati membri a farsi carico di una determinata quota di rifugiati e richiedenti asilo andandoli a prendere, a differenza dei ricollocamenti che riguardano chi già arriva in Europa, direttamente dai paesi di origine e di transito. L’Alto Commissariato Onu per i Rifutiati (UNHCR) ha parlato della necessità di almeno ventimila resettlement per anno, dal 2015 al 2020. Nella bozza a nostra disposizione, ancora non è specificato il numero di reinsediamenti a cui la Commissione intende impegnare i ventotto paesi Ue. Si dice invece che verranno stanziati cinquanta milioni nei bilanci 2015 e 2016 per contribuire al finanziamento di questo schema per il reinsediamento. Se poi sarà necessario, l’agenda non esclude una proposta legislativa per un approccio obbligatorio al resettlement anche per il 2016 e oltre. Dalla Commissione si invitano comunque gli Stati membri a proseguire con i propri progetti pilota di reinsediamento a livello di singole nazioni e di sfruttare appieno le risorse messe a disposizione dall’Ue (il Fondo per l’Asilo, per l’Integrazione e per l’Immigrazione), ma anche da sponsor privati e non governativi o meccanismi quali permessi umanitari e politiche di ricongiungimento familiare.

Cooperazione coi paesi terzi
Trenta milioni extra verranno stanziati per il 2015 e il 2016 per il Nord Africa e il Corno d’Africa. Inoltre, in collaborazione con l’UNHCR e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), verrà istituito un centro polifunzionale in Niger che servirà sia per fornire informazioni ai potenziali migranti sia per garantire loro protezione locale, sia ad aiutarli con le richieste d’asilo e per l’eventuale reinsediamento in Europa. Un tale centro rappresenterà un progetto pilota da replicare eventualmente in altri paesi e sarà aperto entro il 2015.

Aiutare gli stati membri più esposti
Sessanta milioni extra verranno stanziati per aiutare gli Stati membri più sotto pressione, e quindi in particolare l’Italia. Frontex, Easo ed Europol forniranno inoltre assistenza a paesi quali Italia, Malta e Grecia per una migliore raccolta delle impronte digitali di chi arriva e per rendere più efficaci le politiche di rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale.
Infine, entro la fine dell’anno, si terrà un vertice a Malta che vedrà la partecipazione dei principali paesi e attori interessati dall’attuale emergenza nel Mediterraneo e l’immigrazione sarà considerata una priorità chiave in tutte le future missioni di sicurezza e difesa comune dell’Unione Europea (in termini tecnici missioni CSDP).

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