Migranti, il sistema Ventimiglia alimenta la prostituzione
Roma - La chiusura delle frontiere a Ventimiglia e i respingimenti da parte della polizia francese sta alimentando il traffico della prostituzione. Non solo: questo sistema fa si' che i migranti siano condannati a restare in Italia, puo' provocare la separazione delle famiglie e sta regolarizzando di fatto i respingimenti - illegali - di minori soli. Questi gli aspetti piu' gravi che Marina De Stradis, giurista romana appena rientrata da Ventimiglia, ha spiegato all'agenzia Dire.
De Stradis e' stata al confine Italia-Francia dal 27 al 31 luglio a titolo personale per capire in che modo le autorita' stanno gestendo l'arrivo di centinaia di extracomunitari e profughi che intendono superare il confine e trasferirsi in Francia, o proseguire verso altri paesi europei. "La zona e' militarizzata e la frontiera chiusa". Via treno, impossibile passare: "La Gendarmerie e la polizia ferroviara francese pattugliano sistematicamente i treni che portano oltre frontiera, facendo scendere per il controllo dei documenti tutte le persone non bianche- spiega la giurista- quindi sia arabi che persone di colore: anche nel caso in cui dovesse trattarsi di europei, lo si appurera' una volta in banchina". Come osserva l'esperta pero', "c'e' poco da verificare.
La stragrande maggioranza sono migranti provenienti dall'Italia: e' raro trovare qualcuno che non abbia lasciato le impronte digitali nel nostro Paese, pertanto per effetto dell'accordo di Dublino, viene respinto qui. Dalla stazione di Menton-Garavan vengono poi mandati a Taranto. Ho parlato con persone a cui e' capitato anche piu' di una volta".
Per superare il confine ai migranti non resta allora che pagare i trafficanti. L'effetto piu' preoccupante e' che "la chiusura delle frontiere ha creato un terreno fertilissimo al fenomeno della tratta". Come De Stradis spiega ancora, molte donne, disperate, accettano di entrare nel traffico della prostituzione in cambio del passaggio. "Siamo vicino a Genova, dove si sa' che il giro di nigeriane ed etiopi e' molto nutrito, ma anche alla Costa Azzurra, dove agiscono mafia e n'drangheta..." osserva ancora.
Non meno gravi sono i respingimenti dei minori da parte della polizia francese, "un'azione illegale in base alle convenzioni internazionali, poiche' lo Stato entro il quale il minore si trova ne diventa responsabile. Ma la Francia applica un escamotage giuridico: l'area compresa fino a Cannes e' considerata di frontiera, autorizzando quindi il rimpatrio verso l'Italia. E' un fatto molto grave perche' si sta spostando la frontiera, regolarizzando una pratica che non lo e' affatto".
Tutti coloro che vengono respinti vengono trasferiti a Taranto, dove si provvede all'identificazione coatta: "a questo punto poco importa se si e' un richiedente asilo, un migrante che vuole lasciare l'Italia per cercare un lavoro piu' redditizio altrove, o se si e' stati colpiti da un decreto di espulsione: restano solo due alternative. O si fa richiesta d'asilo, per tentare di rimanere in Italia legalmente, o si accetta il rimpatrio". I trasferimenti a Taranto possono anche essere causa del disgregamento delle famiglie: "se una persona viene portata a Taranto puo' capitare che non riesca ad informare la famiglia perche' non tutti hanno un cellulare, oppure le donne o figli non hanno denaro sufficiente per raggiungere i loro cari cosi' lontano", conclude De Stradis. (DIRE)