Migranti, in Svezia le chiese dicono "no" a un inasprimento delle leggi
I leader delle Chiese svedesi hanno deciso di prendere la parola insieme e hanno inviato al quotidiano 'Svenska Dagbladet' una dichiarazione in vista del dibattito parlamentare che a giugno discutera' proposte restrittive per la politica migratoria. "Il governo propone ora che il permesso di residenza temporaneo diventi la credenziale per poter ottenere il diritto a rimanere in Svezia: cio' aumentera' l'insicurezza in chi e' gia' vulnerabile e spesso traumatizzato" e sara' controproducente anche per l'integrazione, criticano i leader delle 13 Chiese cristiane appartenenti al Consiglio.
A far temere le Chiese e' anche il punto sulle riunificazioni famigliari: "siamo preoccupati per le implicazioni che la proposta per limitare i diritti ai ricongiungimenti familiari potrebbe avere per molti individui, soprattutto per i bambini". Oltre a fare appello perche' siano rispettati i diritti umani fondamentali, il documento afferma: "Non solo la Svezia ha spazio e possibilita' per accogliere bene altre persone. Abbiamo anche bisogno di piu' persone per mantenere stabile il sistema sociale che abbiamo creato per il benessere di ciascuno di noi".
Quattro le richieste delle Chiese al governo del Regno di Svezia: che non s'impedisca alle persone in fuga di raggiungere l'Europa; che coloro che hanno ottenuto l'asilo possano avere un permesso di soggiorno permanente; che le famiglie possano ricongiungersi in tempi e modalita' ragionevoli; che i bambini siano trattati con cura e fiducia. Vedi www.agensir.it (DIRE)