Migranti, incontro sull’accoglienza in affanno. Con le elezioni alle porte
- Se in varie città del sud, da Palermo a Catania, da Crotone a Napoli, si stanno gestendo gli sbarchi delle migliaia di migranti soccorsi nel Mediterrano lo scorso fine settimana, nelle stesse ore in tutta Italia cresce l’apprensione per l’accoglienza vera e propria da dare a tutte queste persone (e alle prossime che certamente arriveranno a breve) in attesa che venga esaminata la situazione di ciascuna.
Domani al ministero dell’Interno è prevista una riunione decisiva, ma che si preannuncia infuocata, in cui lo stesso ministro Alfano incontrerà le rappresentanze di regioni e i comuni per verifica le disponibilità, dopo che il 4 maggio le prefetture hanno ricevuto la sua circolare con l’indicazione di reperire almeno 80 posti per ogni provincia.
L’incontro cade in un periodo poco favorevole, come sottolinea oggi la Fondazione Migrantes della Cei: “La pressione mediatica e politica sull'emergenza sbarchi, complice le elezioni regionali prossime – dice il direttore mons. Giancarlo Perego – rischiano di indebolire il diritto alla protezione internazionale per molte persone che, sbarcando in Italia, chiedono aiuto all'Europa”.
Ciò mentre nel nostro Paese, continua, “all’affanno dell'accoglienza, ai percorsi lunghi di riconoscimento della protezione internazionale si uniscono percorsi sommari e discrezionali di esame dei profili dei migranti, che rischiano di non individuare e proteggere vittime di tratta, rifugiati ambientali, rifugiati politici e religiosi”.
Come è noto alcune regioni, come la Lombardia e il Veneto, hanno dichiarato esplicitamente di non essere disponibili ad accogliere nuovi migranti. Tuttavia la maggior parte delle regioni intende collaborare e andrà domani all’incontro con una serie di richieste. Tra queste, spiega l’assessore all’immigrazione del Piemonte Monica Cerutti, l’allargamento dei posti Sprar, un nuovo bando per i minori non accompagnati, lo snellimento delle procedure d’esame delle domande d’asilo dei migranti da parte delle Commissioni territoriali”, che durano in media oltre un anno.
Richieste che ricalcano quelle di varie realtà dell’associazionismo coinvolto nell’accoglienza, come ad esempio l’Arci che ha oggi elencato alcuni punti da mettere domani all’ordine del giorno. Sui posti Sprar in particolare l’associazione chiede “un bando Sprar straordinario per permettere di aumentare il numero di comuni coinvolti, convertendo i centri delle prefetture che rispettano standard adeguati in centri Sprar e chiudere quelli, e sono la maggioranza, che non li rispettano, portando il sistema Sprar almeno a 60mila posti”.
Una delle situazioni più critiche si registra a Roma e nel Lazio, dove non vi sono elezioni in vista, ma dove il Giubileo straordinario sembra aver “raffreddato” molto le disponibilità all’accoglienza di molte strutture religiose. Ieri il prefetto Gabrielli aveva parlato esplicitamente di “requisizione delle strutture”. Oggi il suo vicario Clara Vaccaro l’ha definita una “provocazione”, ma ha rilevato che, tuttavia, dopo le parole del prefetto, dagli enti religiosi della capitale non è arrivata nessuna offerta. Tutto ciò nell’imminenza di un nuovo bando per l’accoglienza che prevede 3.100 posti, molti dei quali ancora da trovare.