26 febbraio 2016 ore: 15:10
Immigrazione

Migranti, l'accoglienza a porte aperte in curie e conventi

I media parlano di emergenza sbarchi, quando il fenomeno va avanti da anni. Di muri e frontiere chiuse. L'esperienza di frati e suore che accolgono chi sopravvive alla dura esperienza della traversata
Cristy, Hope e Favour, le tre sorelle nigeriane ospiti del vescovo di Assisi Sorelle nigeriane ospiti del vescovo di Assisi - Blog Laura

Cristy, Hope e Favour, le tre sorelle nigeriane ospiti del vescovo di Assisi

I media generalisti parlano continuamente, ossessivamente, di emergenza sbarchi, quando il fenomeno va avanti da anni. Morti adagiati sulle spiagge dalle onde, spesso bambini. Paura dell’invasione. Muri e frontiere chiuse. Dei migranti sopravvissuti si hanno notizie quando sono confinati in ghetti o accampati in condizioni precarie, disperate. Per questo fa bene leggere di porte aperte, in conventi e curie. Ad Assisi il vescovo Domenico Sorrentino ospita in vescovado tre sorelle nigeriane, Cristy, Hope e Favour, rispettivamente 35, 14 e 16 anni. Sono arrivate in Italia 5 mesi fa, ma nel viaggio “della speranza” hanno visto annegare il fratello prima di sbarcare a Lampedusa. Ora loro tre sorelle sono sole al mondo: senza genitori e fratelli. «Non parlando bene l’italiano vengono aiutate in ogni loro esigenza dalle suore carmelitane messaggere dello Spirito Santo, con le quali condividono i momenti dei pasti quotidiani. Essendo cattoliche, ma non avendo due di loro ancora ricevuto il sacramento del battesimo, hanno già chiesto al vescovo che le sta seguendo in tale preparazione di esaudire questo loro desiderio», riferisce l’ufficio stampa della diocesi di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera Umbra.

Cristy, Hope e Favour, le tre sorelle nigeriane ospiti del vescovo di Assisi
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Per far conoscere l’attività della Caritas diocesana è stato messo sul canale You Tube del sito www.diocesiassisi.it il video “Ero straniero e mi avete accolto”. «È tempo di amore per questa umanità così tartassata dalla violenza, dal sangue e dalla guerra. Bisogna che la Chiesa dia questa testimonianza grande di unità – dice il vescovo all’inizio del video –. È bello che questo cominci da noi pastori, dai frati, dalle suore, da quanti hanno la vita consacrata; ma è bello anche che sia una condivisione di tutta la comunità cristiana. È un appello che faccio alle parrocchie, alle piccole comunità, a tanti gruppi e associazioni. Apriamoci perché se questi fratelli trovano in noi una famiglia, la famiglia di Gesù, non soltanto si sentiranno loro accolti ma ci sentiremo anche noi meglio, cresceremo». Fanno da apripista i convento delle Suore bianche e delle Suore francescane missionarie di Maria, Casa La Madonnina, Casa Papa Francesco e il monastero di Bose, dove si svolgono corsi di italiano, diversi lavori, attività manuali e laboratori. Per imparare insieme, ascoltarsi e condividere.