3 febbraio 2016 ore: 17:40
Immigrazione

Migranti, l’Arci: “Messina prima in classifica per inaccoglienza e violazione dei diritti”

Il circolo Arci Messina denuncia un inasprimento delle procedure di identificazione e delle condizioni di vita all’interno dei due centri cittadini: la tendopoli del Pala Nebiolo e l’ex caserma Gasparro. Le richieste dell’associazione
Migranti in fila

MESSINA - “Messina città senza diritti per i richiedenti protezione internazionale registra un inasprimento delle procedure di identificazione e delle condizioni di vita all’interno dei due centri cittadini: la tendopoli del Pala Nebiolo e l’ex caserma Gasparro”. La denuncia arriva dal Circolo Arci Thomas Sankara della città siciliana, che sottolinea come “il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova gestione dei centri prefettizi avvenuto nel 2015 ha lasciato immutate le condizioni di invivibilità e ha addirittura peggiorato le condizioni materiali degli stranieri trasferiti a Messina dopo il viaggio in mare o direttamente sbarcati al Molo Norimberga”.

Il Circolo Arci Thomas Sankara continua, nonostante il diniego all’ingresso nei centri per assistere volontariamente i richiedenti asilo ricevuto dalla prefettura, ad assistere gli stranieri giunti in città, a monitorare le loro condizioni e a denunciare le costanti violazioni dei diritti umani perpetrate in questi centri. E afferma: “L’inapplicazione delle norme relative al diritto d’asilo ha prodotto i 218 respingimenti differiti operati dalla Questura di Messina, come emerge dai dati divulgati alla stampa. Intanto continuano le proteste, che vanno avanti dal 2013, sempre per gli stessi motivi: mesi di attesa per conoscere il proprio status giuridico senza documenti e certezze sulla permanenza in Italia, strutture dei campi fatiscenti, mancata assistenza sanitaria, nessun supporto economico, tranne poche schede telefoniche e sigarette, maltrattamenti ripetuti, cibo scadente e insufficiente, abbigliamento inadeguato alla stagione invernale e non sempre disponibile per tutti. Si tratta di comportamenti inumani e degradanti, sanzionati dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali”.

Alcuni casi sono emblematici: “un ragazzo sudanese con un solo rene non ha potuto continuare la terapia, un ragazzo ivoriano è “ospitato” nel campo da oltre 4 mesi senza sapere il perché, 17 minori stranieri non accompagnati non sono stati riconosciuti come tali, nonostante il certificato di nascita, e quindi non inviati in centri protetti. Ultimamente si registra anche  l’uso della forza nelle operazioni di fotosegnalamento e i trattenuti raccontano di maltrattamenti da parte degli operatori dell’ente gestore”.

Alla luce di quanto emerso, l’Arci ha richiesto alle autorità competenti la presa in carico dei casi vulnerabili; ispezioni nei centri anche da parte di organismi pubblici terzi e ripristino delle autorizzazioni agli enti di tutela; l’avvio di una indagine interna sui casi di violenza riferiti dai richiedenti asilo; il rispetto degli standard minimi di accoglienza previsti dalla legge; l’identificazione e il trasferimento immediato dei MISNA presenti nelle 2 strutture in luoghi protetti; l’avvio di tutte le procedure necessarie per la chiusura definitiva della caserma Gasparro e della tendopoli del Pala Nebiolo, per le condizioni di inadeguatezza e degrado, condizioni, per quanto riguarda il Pala Nebiolo, già denunciate dall’Arci alla magistratura.

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