Migranti, l’Asgi: "Gli accordi con la Libia siano pubblici e discussi in Parlamento"
MILANO - Gli accordi tra Italia e gli altri Paesi africani, tra i quali la Libia, per fermare i profughi siano pubblici, vengano discussi e approvati dal Parlamento. È quanto chiede l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), che oggi a Milano ha presentato il Manifesto per un "Programma di riforma delle norme italiane in materia di diritto dell’immigrazione, asilo e cittadinanza". "L'articolo 80 della Costituzione prevede che gli accordi internazionali di natura politica siano ratificati dal Parlamento - spiega Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell'Asgi -. Mi meraviglio che nessun parlamentare si sia alzato per dire che gli accordi che il ministro Minniti sta facendo con i Paesi africani debbano poi essere discussi da Camera e Senato".
- La presentazione del Manifesto avviene nello stesso giorno in cui il ministro dell'Interno incontra i rappresentati dei governi di alcuni Paesi africani. "Finora i testi degli accordi non sono stati resi pubblici - aggiunge Lorenzo Trucco, presidente dell'associazione -. E poi non si possono fare accordi con chiunque, non si può ignorare che in alcuni Paesi ci sono dittatori". "Finora purtroppo il ministro ha attuato una politica di chiusura verso i migranti. Non c'è differenza da quello che farebbe un governo di destra", commenta Gianfranco Schiavone.
Il Manifesto di Asgi propone un ribaltamento completo dell'approccio all'immigrazione. L'associazione è formata da docenti universitari e avvocati che da anni si occupano di questi temi. E conta anche numerose vittorie nei tribunali contro amministratori pubblici che hanno cercato di discriminare gli immigrati. Il messaggio lanciato oggi da Milano è semplice: basta alzare muri o respingere, diamo libertà di circolazione alle persone, si eviteranno così i morti nel Mediterraneo, il traffico di essere umani. "Occorre rendere possibile e conveniente l'ingresso legale in Italia - afferma Lorenzo Trucco -. Oggi non c'è modo di entrare nel nostro Paese se non clandestinamente. Inoltre, dobbiamo rendere anche possibile vivere in Italia: ora i permessi di soggiorno sono sempre più precarizzati. con scadenza a breve termine".
In particolare la proposta di Asgi è di creare "canali di ingresso per ricerca di lavoro", basati sulle garanzie prestate da singoli o imprese "individuando misure economiche effettive e adeguate di rimpatrio assistito nel caso, decorso un determinato periodo di tempo, la persona non abbia reperito un'attività lavorativa". "Ormai l'unico modo per venire in Italia è quello di chiedere la protezione umanitaria - sottolinea Lorenzo Trucco -. Ma poi alla maggior parte questa protezione viene negata anche se nel frattempo hanno trovato lavoro. È un'assurdità".
Il Manifesto di Asgi non è rivolto solo a Governo e Parlamento italiano, ma anche all'Unione europea. Per questo chiede la chiusura degli hotspot e che la Ue garantisca "un accesso effettivo e non discriminatorio alla procedura d'asilo". Inoltre che sia "ampliate le possibilità di ricongiungimento familiare per tutti i cittadini stranieri provenienti da un Paese che versa in una situazione di conflitto armato o di conflitto diffuso". Infine, "cancellare qualsiasi accordo teso a dichiarare Paese terzo sicuro la Turchia o altri Paesi in cui non sono garantiti i diritti fondamentali". (dp)