13 aprile 2015 ore: 13:16
Immigrazione

Migranti, l'Unhcr: "In un anno le morti in mare aumentate di 30 volte"

Dopo il nuovo naufragio al largo della Libia, l'alto commissariato Onu denuncia: 500 migranti morti nei primi mesi del 2015, erano 17 nello stesso periodo dello scorso anno. Sami: “Triton operazione degna ma non sufficiente”. Hein (Cir): “Serve un’assunzione di responsabilità europea”
Sbarchi. Parte operazione Triton

ROMA – Ancora un naufragio a largo delle Coste della Libia: sono nove i corpi recuperati questa mattina dalla Guardia costiera italiana a seguito del rovesciamento di un barcone che faceva rotta verso il nostro paese. Un bilancio ancora provvisorio, che potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. Il numero dei dispersi, infatti, è ancora imprecisato, mentre le persone tratte in salvo sono 144. L’ultima tragedia del mare allunga così la lista dei morti del Mediterraneo: un bollettino di guerra che solo nei primi mesi del 2015 (gennaio-aprile) segna quota 500, con un aumento di ben 30 volte rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando le morti erano state 17. A denunciarlo è l’Alto commissariato Onu per i rifugiati.

- “Quella che si sta consumando in queste ore nel Mediterraneo è una tragedia in divenire – spiega Carlotta Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa -. Rispetto allo scorso anno l’aumento delle morti in mare è enorme. Questo dimostra che le forze in campo in questo momento non sono sufficienti ad affrontare i flussi: solo negli ultimi tre giorni le autorità italiane hanno soccorso 5.500 migranti. Lo sforzo che guardia costiera e guardia di finanza stanno facendo è continuo, e coinvolge sempre di più anche imbarcazioni commerciali. Bisogna, però,  fare di più: serve un vero intervento europeo, perché Triton è un’operazione degna ma non sufficiente: Non si tratta infatti di un intervento mirato a ricercare e soccorrere vite umane in mare”. In queste ore, complice il tempo favorevole, le partenze dalla Libia sono riprese in maniera consistente. “Solo oggi sono state 14 le chiamate di soccorso alla guardi costiera, e rispetto all’ultimo naufragio di questa notte non sappiamo ancora se il bilancio di nove morti è definitivo o se dobbiamo aspettarci numeri molto più alti, potrebbero esserci molti dispersi -aggiunge Sami–. E’chiaro che ora più che mai si sente il bisogno di un’operazione europea credibile. Insistiamo inoltre sulla necessità dell’apertura di canali legali di arrivo”.

Critico il commento anche di Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) che chiede “un’assunzione di responsabilità alle autorità europee per evitare nuove tragedie del mare”. “ E’ passato un anno e mezzo dal terribile naufragio del 3 ottobre – sottolinea – ma nonostante gli annunci e le parole dei politici nazionali ed europei non ci sono ancora canali significativi per l’arrivo legale delle persone che hanno bisogno di protezione internazionale né per i cosiddetti migranti economici”. Allo stesso tempo – aggiunge Hein- riscontriamo l’assenza di una strategia europea per il soccorso in mare delle persone che sono costrette ad arrivare con mezzi di fortuna. Apprezziamo il lavoro che la Guardia costiera sta facendo, e che proprio in queste ore ha dato un contributo notevole, ma questa non può rimanrere una vienda italiana, Serve un’’assunzione di responsabilità europea. Gli arrivi sono in aumento e non vogliamo che lo sia anche il bilancio delle vittime”. (ec)

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