15 novembre 2016 ore: 13:28
Immigrazione

Migranti, la Caritas: "Preoccupati per il clima razzista crescente"

Oliviero Forti, responsabile dell'area immigrazione di Caritas italiana: "Siamo preoccupati per il clima razzista e xenofobo che si sta diffondendo anche in Europa. Però non possiamo cavarcela semplicemente stigmatizzando questi atteggiamenti ma cercando di comprenderli fino in fondo"

ROMA - "Siamo preoccupati per il clima razzista e xenofobo che si sta diffondendo anche in Europa. Pero' non possiamo cavarcela semplicemente stigmatizzando questi atteggiamenti ma cercando di comprenderli fino in fondo: se trovano sponda nell'opinione pubblica e nell'elettorato vuol dire che c'e' qualcosa di piu' profondo". È il parere espresso all'agenzia Sir da Oliviero Forti, responsabile dell'area immigrazione di Caritas italiana, durante il seminario di studio Caritas, in questi giorni a Roma, sul tema 'Per un'Europa no exit. Un'unione dei diritti, dell'accoglienza, dell'inclusione'.

Stamattina e' in corso una tavola rotonda sulla mobilita' delle persone in Europa, sui flussi migratori e le politiche populiste. "È necessario il contributo di tutti- afferma Forti- per comprendere le cause che stanno portando gli elettori a votare sempre piu' destre xenofobe ed estremiste, che purtroppo abbiamo conosciuto nei decenni scorsi e sappiamo cosa hanno portato. Dobbiamo prevenire questa fase senza metterci in cattedra a giudicare ma cercando di dialogare". In questa Europa al bivio, dice Forti, "la strada da prendere e' quella dell'ascolto. Non creare una dinamica di contrapposizione perche' non serve a nessuno" ma "segnalare tutte le politiche visibilmente contrarie ai diritti delle persone" e quindi "fare una profonda analisi per comprenderne le motivazioni".

"È vero che c'e' un dovere dell'accoglienza- precisa Forti- ma bisogna capire come gestire questo dovere in una Europa che evidentemente non e' pronta a questa sfida. Forse negli ultimi decenni ci siamo illusi che ci fosse una Europa unita: stiamo scoprendo che non e' cosi'. Ci sono Paesi molto fragili nei loro processi identitari". E' proprio a loro "che dobbiamo portare le nostre posizioni di europeisti convinti con la capacita' di motivare la nostra proposta: far capire cioe' che dire si' all'Europa e' un vantaggio per tutti". (www.agensir.it) (DIRE)

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