29 aprile 2016 ore: 14:00
Immigrazione

Migranti, la denuncia: la Questura di Milano è diventata un hotspot

La denuncia viene da Naga, Asgi e Avvocati per niente: agli stranieri che si presentano per chiedere protezione internazionale viene sottoposto un modulo per valutare se sono effettivamente aventi diritto o migranti economici. E non è consentito l'accesso agli avvocati. Annunciato ricorso all'autorità giudiziaria italiana e alla Commissione europea
Migranti in fila, cie, hotspot

MILANO - La Questura di Milano si è trasformata in un hotspot? A quato pare sì, almeno secondo quanto denunciano tre associazioni: Naga, Avvocati per niente e Associazione studi giuridici sull'immigrazione. In una lettera inviata alla stessa Questura di Milano, gli avvocati delle tre associazioni denunciano che a numerosi stranieri che si sono presentati all'ufficio immigrazione  "per presentare richiesta di protezione internazionale è stato sottoposto un modulo prestampato da compilare con riferimento ad alcune domande tese a 'valutare' se il richiedente potesse essere considerato effettivamente un soggetto avente diritto alla protezione o piuttosto si potesse trattare di un migrante economico. Nel caso in cui tale "filtro" sia risultato negativo, al richiedente è stato notificato (senza che la domanda venisse in alcun modo registrata) un decreto di espulsione". Una nuova prassi, contraria al decreto legislativo n.25 del 2008 che agli articoli 3 e 26 prevede che la richiesta di protezione internazionale possa e debba essere valutata solo da una apposita commissione territoriale (e non da un funzionario di una Questura).

Ad aggravare la situazione, ci sarebbe poi il divieto imposto dalla Questura di Milano agli avvocati di entrare negli uffici insieme alla persone richiedenti asilo. "Anche tale decisione risulta del tutto illegittima", scrivono le tre associazioni, perché è contraria all'articolo 16 del decreto legislativo n.25 del 2008 che prevede che lo straniero che chiede asilo ha diritto di "farsi assistere, a proprie spese, da un avvocato".

Nella lettera, inviata per conoscenza anche alla Prefettura di Milano, al Ministero dell'Interno, all'Unhcr, all'ordine degli Avvocati e ad altri enti, le tre associazioni chiedono alla Questura di "interrompere immediatamente" queste nuove prassi "consentendo ai cittadini stranieri che si rivolgono ai vostri uffici per presentare domanda d'asilo di avviare regolarmente detta procedura e di farlo accompagnati dai legali cui si siano eventualmente affidati". Se la Questura di Milano non farà marcia indietro, le tre associazioni si rivolgeranno all'autorità giudiziaria italia e e alla Commissione europea " per l'apertura di procedura di infrazione" della direttiva 32 del 2013. (dp)

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