Migranti, la denuncia: "Ragazzo marocchino con disagio psichico resta nel Cpr"
PALERMO - Un ragazzo di origine marocchina con regolare permesso di soggiorno e residente da molti anni a Palermo è ancora trattenuto nel centro di permanenza per il rimpatrio di Pian del Lago di Caltanissetta (ex Cie). Il ragazzo, che ha una patologia psichiatrica, recluso dal 13 aprile scorso, ha avuto un malessere la scorsa settimana durante un colloquio davanti alla commissione territoriale della prefettura nissena per cui l'audizione è stata sospesa e rinviata entro il mese di maggio. "Continuiamo a temere per lo stato di salute del giovane - sottolinea l'avvocatessa Ilenia Grottadaurea che assiste il giovane e collabora con l'Asgi -. Il luogo in cui si trova il ragazzo è assolutamente incompatibile con il suo stato di salute che richiederebbe un percorso terapeutico di sostegno ed accompagnamento specifico in un'altra realtà". A sostegno del giovane si è creata una rete di solidarietà molto ampia di cui fanno parte Hryo Human Rights Youth Organization di Palermo e Arci che seguivano il percorso di inserimento sociale del giovane quando viveva nel capoluogo siciliano.
S. ha fatto richiesta di protezione alla questura di Caltanissetta proprio a garanzia del suo diritto alla salute. "In seguito a questa richiesta - spiega l'avvocato - si è tenuta l'udienza di convalida perché la competenza è passata dal giudice di pace al tribunale. Nel corso dell'udienza dello scorso 9 maggio è stata ribadita la inadeguatezza del centro in cui si trova il giovane a causa della sua patologia. Il giudice anzichè convalidare per gli ordinari 60 giorni ha convalidato per un termine più breve di 15 giorni, richiedendo al presidio sanitario del Cpr con l'ausilio del dipartimento di salute mentale una relazione sulle condizioni di salute del giovane soprattutto valutandone la compatibilità del trattenimento in quel centro. Il giorno successivo S. ha avuto l'udienza presso la commissione territoriale di Caltanissetta ma purtroppo ha avuto una crisi che non gli ha permesso di continuare a parlare. Questo conferma tutta la nostra preoccupazione anche perché sappiamo che ha minacciato di togliersi la vita - continua l'avvocato -. Fino a che c'è tutta la procedura in atto l'eventuale rimpatrio non potrà essere eseguito. Aspettiamo di capire cosa succederà durante la prossima udienza in commissione. Un altro aspetto che riteniamo abbastanza allarmante è che al giovane non viene attualmente somministrata la terapia farmacologica completa che seguiva a Palermo ma soltanto delle gocce per cui tutto ciò potrebbe aggravare ulteriormente il suo stato di salute".
Il giovane immigrato lo scorso aprile aveva dato segni di confusione mentale nella mensa universitaria di Palermo generando allarme tra gli studenti, subito rientrato. Il ragazzo nell'ultimo periodo aveva smesso di seguire la sua terapia farmacologica ma dopo l'accaduto, si era lasciato convincere a ritornare in comunità per riprendere la sua terapia, accettando il ricovero in un ospedale. S. nell'ultimo periodo a Palermo era riuscito anche a diplomarsi ed era stato accolto per la sua patologia in una comunità terapeutica assistita dell'Asp. Successivamente, a seguito di un percorso terapeutico assistito, supportato anche farmacologicamente, si era iscritto all'università usufruendo dell'ospitalità del pensionato universitario. E' possibile aderire alla rete di solidarietà inviando la propria adesione tramite messaggio alla pagina di H.R.Y.O. o scrivendo una mail a info@hryo.eu (set)