Migranti, la provincia di Trapani si attiva per la sepoltura di 57 vittime del mare
TRAPANI - È arrivata stamattina al porto di Trapani “Aquarius”, la nave di Sos Mediterranee e di Medici Senza frontiere che ieri ha recuperato oltre 209 migranti nel Canale di Sicilia. A bordo si trovano anche i corpi di 21 donne e un giovane, presumibilmente morti schiacciati, asfissiati e ustionati dal carburante fuoriuscito dalla tanica del gommone mischiatasi all’acqua salata del mare.
I sopravvissuti, appaiono fortemente traumatizzati perché, secondo quanto hanno raccontato i volontari delle ong, hanno passato diverse ore a bordo con i cadaveri molti dei quali loro familiari.
Le salme giunte sul molo trapanese verranno trasportate al cimitero comunale di Trapani, rimanendo per il momento a disposizione dell’autorità giudiziaria per le autopsie prima che trovino sepoltura nei cimiteri comunali di altri comuni della provincia di Trapani. La procura di Trapani ha aperto un fascicolo sulla tragedia del mare condotta dal sostituto procuratore Andrea Tarondo presente stamani al porto insieme al prefetto Falco e al questore Agricola. Tra i sopravvissuti ci sono, in particolare, 177 uomini, 32 donne, di cui tre in stato di gravidanza e 50 minori di cui 45 non accompagnati. I migranti sono originari di Burkina Faso, Camerun, Gambia, Ghana, Guinea e Guinea Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Nigeria, Senegal e Sierra Leone.
Dopo il consueto screening medico ad opera dei sanitari dell’Asp e della Croce Rossa, i profughi sono stati trasferiti all’hotspot di Milo per le procedure di identificazione e foto-segnalamento in attesa di essere accolti in fase successiva nei centri di accoglienza.
Con lo sbarco di oggi salgono a 480 le presenze dei migranti dentro l'hotspot di Milo che ha ancora una parte dei 378 migranti che sono arrivati mercoledì scorso. Una parte di questi sono stati trasferiti, infatti, in alcuni centri della Lombardia negli ultimi due giorni. I foto-segnalamenti da quando ha aperto i battenti la struttura sono arrivati a oltre 8 mila.
"A tutte le 22 salme arrivate oggi verrà data presto una sepoltura - garantisce il prefetto Leopoldo Falco -. La prima necessità è stata quella di trasferirle in celle frigorifere per metterle a disposizione della magistratura. Le 22 salme si aggiungono alle altre 35 che aspettiamo da Augusta, tra le 700 vittime recuperate dal relitto. Per loro che arriveranno in questi giorni sono stati trovati i posti coinvolgendo quasi tutti i 24 comuni della provincia di Trapani. Più di tutti sarà coinvolto il cimitero di Castellammare dove è stato inaugurato il cimitero dei migranti. Anche se non sarà facile ci impegneremo nei prossimi giorni per trovare il posto anche per queste 22".
"Sappiamo che i migranti superstiti sono stati fortemente provati dalla tragedia e per questo, dopo la prima accoglienza al porto, nel giro di poche ore li porteremo nell'hotspot dove oltre alle forze dell'ordine per le relative procedure, all'interno è prevista l'assistenza con tutte le risorse mediche a disposizione e il sostegno di diverse organizzazioni internazionali".
"In 7 mesi nell'hotspot sono stati fatti passi enormi grazie all'impegno e al lavoro di tante persone di tutte le realtà coinvolte - continua il prefetto -. Continuiamo, infatti, a lavorare per tutti rispondendo alle richieste europee. La situazione è ormai collaudata e per il momento appare serena sul piano dell'informativa e della risposte primarie che vengono date ai migranti. Le criticità o gli eventuali rallentamenti possono essere però dietro l'angolo qualora dovessero arrivare per esempio molti minori stranieri o eritrei per i quali la permanenza, in attesa di trovare le sistemazioni più idonee, potrebbe essere più lunga".
"Anche il resto delle regioni d'Italia riteniamo - sottolinea ancora il prefetto Falco - che, come ha fatto per gli adulti, debba prendersi in carico un certo numero di minori stranieri non accompagnati. Tutto questo è necessario e ci auguriamo avvenga al più presto proprio per alleggerire i comuni siciliani che sono al collasso per il numero alto di presenze. Certamente la Sicilia da sola non può rispondere a questo bisogno. Nel territorio trapanese abbiamo pochi centri per minori che riescono in qualche modo a rispondere ma se non troviamo il posto il rischio è quello di farli rimanere, in attesa di una sistemazione, un tempo più lungo dentro l'hotspot". Attualmente in provincia di Trapani ci sono 53 centri per minori stranieri con una capienza media di 20 persone. Gli Sprar sono 13. (set)