28 agosto 2014 ore: 17:21
Immigrazione

Migranti, le associazioni: "Frontex Plus non sia un segnale di disimpegno"

Non sono ancora noti i dettagli dell’operazione annunciata come “Frontex Plus” che dovrebbe prendere il via a novembre al posto di "Mare Nostrum", ma arrivano i primi commenti. Asgi: "Arretramento fisico e etico". Unhcr: "Importante che si continui a salvare vite umane"
Barcone immigrati

ROMA - Non sono ancora noti i dettagli dell’operazione annunciata come “Frontex Plus” che dovrebbe prendere il via a novembre al posto di "Mare Nostrum", ma arrivano i primi commenti dal mondo del terzo settore e del volontariato. Commenti caratterizzati dalla prudenza, dopo l'incontro di ieri tra il ministro dell'Interno Alfano e la commissaria europea Cecilia Malmström.
Per Oliviero Forti, responsabile Immigrazione di Caritas italiana, la preoccupazione è quella per cui con l’operazione Frontex Plus non si perda lo spirito di Mare Nostrum. “L’esigenza di fare assumere a livello europeo questa iniziativa riteniamo sia doverosa - aggiunge -, ma il nostro timore, che speriamo venga fugato a tempo debito, è quello che si vada verso una riduzione, che non significa disimpegno ma certamente un impegno molto meno importante di quello che ha garantito l’Italia fino a questo momento". Quello che la Caritas chiede, insomma, è che "non sia solo un'operazione di facciata".
Secondo Attilio Ascani, direttore di Focsiv, la vera necessità è di “intervenire aprendo corridoi umanitari, prima che le persone si mettano in mare”. “Dal nostro punto di vista questo annuncio significa che si riconosce anche la positività di Mare Nostrum – ha aggiunto - perché non dimentichiamo che Frontex prima si occupava di controllo delle frontiere e di respingimenti”.

box "Estremamente negativo", invece, il giudizio di Gianfranco Schiavone, membro del consiglio direttivo dell'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione). Afferma infatti: "Con Frontex plus l'Unione Europea ha deciso di lasciar affondare i barconi. Il punto è che si limiterà l'intervento alle acque nazionali, in particolare quelle dell'Italia, e non si pattuglierà più in quelle internazionali. Mare nostrum ha invece questo di positivo: va incontro ai barconi e questo ha permesso di salvare migliaia di persone. Con Frontex plus non sarà più così: si tratta di un arretramento fisico e anche etico".

“Su Frontex plus ci sono ancora pochi dettagli, per noi ciò che conta è che si continui a salvare vite perché continueremo ad avere persone che cercheranno di arrivare in Europa attraversando il Mediterraneo”. Così Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati. Secondo Sami, inoltre, "l’instabilità crescente nell’area mediterraneo non può non riguardare anche i paesi europei. Le crisi in atto sono così gravi e ve ne sono anche di nuove, come la Libia, per cui è fondamentale che l’Europa abbia una strategia immediata, ma anche di medio e lungo termine per poter garantire protezione ai rifugiati”.

"Un passo in avanti verso una europeizzazione delle responsabilità di soccorso dei migranti". Anche secondo la federazione internazionale Terre des Hommes, il primo obiettivo della nuova missione che andrà a sostituire Mare Nostrum deve essere quello di salvare vite umane. Per questo motivo le azioni da attivare devono necessariamente prevedere anche l’apertura di corridoi umanitari per le vittime di guerra, il rafforzamento di politiche e programmi efficaci per garantire protezione e tutela dei diritti umani nei paesi d’origine, la prevenzione dei grossi flussi migratori attraverso la cooperazione allo sviluppo e la risoluzione per via diplomatica dei conflitti. “Solo in questo modo - spiega Raffaele K. Salinari, presidente della federazione - si potranno evitare tragedie come i continui naufragi nel Mediterraneo e le morti causate dall’impossibilità di trovare rifugio immediato  in luoghi sicuri per la popolazione civile colpita dai conflitti”.

Il presidente della Fondazione Migrantes, Mons. Perego, esprime perplessità sulla non assicurazione della continuazione degli obiettivi di Mare nostrum da parte del commissario europeo Malmström e ricorda la necessità urgente per il nostro paese di dotarsi di un piano organico e strutturale di prima e seconda accoglienza.

 

Per la Cisl si tratta di un "primo passo per una maggiore responsabilità dell'Europa". Secondo il segretario confederale, Liliana Ocmin, serve una governance comune del fenomeno migratorio che dia risposte concrete ai bisogni della persona, contrasti il business dei trafficanti di esseri umani e sia in grado di programmare l'accoglienza in tutto il territorio europeo.

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