7 marzo 2017 ore: 15:17
Immigrazione

Migranti, le donne sono oltre 2 milioni: il 54% del totale

Il 54% degli stranieri è di sesso femminile, più che raddoppiate nell'ultimo decennio. Le nazionalità più numerose sono quella romena, albanese e marocchina. In Lombardia la maggior parte lavorano e hanno un reddito medio mensile di 945 euro nette. Per ucraine e bulgare il dramma dei figli lasciati soli nel Paese d'origine. I dati dell'Ismu
Donne immigrate con vestiti colorati

MILANO - L'immigrazione in Italia è soprattutto al femminile. Un aspetto poco conosciuto, se non tra chi si occupano di questi temi. Eppure i dati parlano chiaro: secondo la Fondazione Ismu al 1° gennaio 2016 le donne straniere nel nostro Paese sono 2,1 milioni, contro poco più di 1,8 milioni di uomini. La superiorità numerica femminile si nota soprattutto tra i maggiorenni stranieri: le donne infatti rappresentano il 54% degli adulti immigrati. Tra i minorenni invece prevale la presenza maschile (52% del totale). È dal 2007 che la presenza femminile ha superato quella maschile: con l’ingresso della Romania nell’area di libera circolazione europea, i sempre più frequenti ricongiungimenti familiari (per lo più femminili) e i grandi nuovi flussi est-europei (soprattutto, anche se non solo, di assistenti domiciliari e “badanti”), la connotazione di genere del fenomeno migratorio è nuovamente mutata a favore di donne e bambine, più che raddoppiate tra i residenti Istat dal 1° gennaio 2006 (mentre nello stesso lasso di tempo gli stranieri maschi sono aumentati “solamente” del 76%). Anzi, se tra i minorenni stranieri permane una leggera prevalenza maschile (del 52%) sulle coetanee giovani, tra i maggiorenni stranieri è ancora più forte la superiorità numerica femminile (del 54%) rispetto a quella nella popolazione generale, con oltre 2,1 milioni di donne straniere in Itala al 1° gennaio 2016 contro poco più di 1,8 milioni di uomini stranieri.In termini assoluti le presenze femminili più importanti in Italia sono nell’ordine quelle di Romania, Albania, Marocco, Ucraina, Cina, Moldova, Filippine, Polonia, Perù, India, Ecuador, Sri Lanka, Nigeria e Bulgaria. 

In Lombardia le donne straniere sono 460 mila (più di un quinto del totale nazionale). La maggior parte lavora: le disoccupate rappresentano il 14% (il 9% tra le albanesi, il 15% tra le rumene e il 20% tra le marocchine, tra le principali nazionalità). Il 30% delle lavoratrici straniere è assunta a tempo pieno. I mestieri più diffusi, al 1° luglio 2016, sono quelli di assistente domiciliare (per quasi metà delle ucraine che lavorano, e per il 40% di polacche e moldove) oppure di domestica ad ore, anche se molte donne (in particolare cinesi) lavorano pure nella ristorazione. Il reddito medio, fra tutte le lavoratrici straniere, è stato nel 2016 in Lombardia di 945 euro netti al mese: dai 670 euro per le egiziane, agli 880-890 euro per le albanesi e le marocchine, fino a oltre 1.140 euro al mese per le rumene. Non tutte le madri straniere vivono in Italia con i propri figli: le ucraine e le bulgare hanno i propri figli in Italia solo in un caso su tre (36-37%), e polacche in meno di due casi su tre (64%). "Se per molte donne emigrate in Lombardia si è aperta la possibilità di trovare un impiego e un reddito elevato (almeno rispetto agli standard dei rispettivi Paesi d’origine) -sottolinea la Fondazione Ismu-, non per tutte è possibile coniugare tale opportunità e necessità di lavoro con la vicinanza alle proprie famiglie e ai figli". (dp) 

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