Migranti, Legnini (Csm): fenomeno che incide sul futuro del pianeta
Roma - Le migrazioni epocali alle quali assistiamo, persone in fuga da guerre, miseria, dittature, sono "il fenomeno di gran lunga piu' incidente sul futuro del pianeta, insieme a quello dei cambiamenti climatici e della tutela dell'ambiente naturale". Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, lo dice aprendo il seminario 'Giurisdizione e protezione internazionale', oggi al Csm. Ed e' "con questa consapevolezza dell'altezza delle sfide che abbiamo di fronte- aggiunge- che il Csm ha inteso promuovere questo confronto sui grandi temi del rapporto tra il governo delle migrazioni e la giurisdizione".
La condizione dei migranti, "e tra essi quella piu' difficile dei richiedenti rifugio e asilo- avverte Legnini- mettono in gioco il ruolo di tutte le istituzioni, e interrogano ovviamente la giurisdizione sulle modalita' concrete di garanzia dell'assistenza, dell'accessibilita' e della tutela dei diritti umani e delle liberta' fondamentali".
Il Csm considera "di preminente interesse interrogarsi sul ruolo della giurisdizione di fronte al tema dei flussi migratori- avverte il vicepresidente Csm- un fenomeno di sconvolgente portata per l'area mediterranea che, oltre a generare emergenze umanitarie e forti tensioni sociali, ci assegna la responsabilita' di tentare di fornire, nel miglior modo possibile, una risposta organizzata sul piano delle competenze giurisdizionali anche formulando proposte e suggerimenti in vista di possibili interventi di riforma".
"Gli istituti di protezione umanitaria possono assolvere alla propria preziosa funzione solo quando vi e' un livello di integrazione, continuita' e coerenza tra gli indirizzi di azione nella gestione dei flussi migratori, l'attivita' legislativa in materia e, da ultimo, l'esercizio della giurisdizione", prosegue Giovanni Legnini, vicepresidente Csm, "ed e' sempre utile rammentare che vi e' un livello costituzionale della protezione umanitaria che, non per caso, la nostra carta fondamentale disciplina all'articolo 10, cioe' tra i principi fondamentali".
Si tratta di un tema "troppo spesso ignorato da chi si colloca in una posizione di contrasto della necessita' per il nostro Paese di garantire un'efficacia politica delle migrazioni, perche' esso evidenzia da subito una delle caratteristiche principali dell'operato del giudice in tale complessa materia- dice Legnini- si tratta della diretta incidenza sui diritti fondamentali che, mai come nell'ambito della protezione umanitaria, pone il magistrato di fronte ad opzioni interpretative difficili e complesse, anche per via delle conseguenze delle singole decisioni in materia di rifugio e di asilo".
Nell'affronatre il tema dei flussi di migranti e richiedenti asilo "il giudice italiano si trova a poter contare su strumenti ancora incompleti e imperfetti" su "elementi e conoscenze che lo pongono di fronte al multiculturalismo, alla esigenza di conoscere contesti, culture e societa' con le quali il contatto non e' abituale", e cio' "accade, spesso in un rapporto difficile e distante con il singolo migrante che risulta dunque non come un soggetto debole portatore di un diritto fondamentale, ma come un individuo sommerso e inconoscibile nel mare indeterminato degli altri richiedenti asilo o rifugio".
"Intendiamo fornire un impegno costante in quest'ambito perche esso costituisce il segno di una forte sensibilita' rivolta verso i soggetti piu' fragili", dice Legnini, ma la giurisdizione "e' anche investita dalla necessita' di coniare buone prassi operative per gli uffici giudiziari, assicurare garanzia sui tempi di definizione dei procedimenti giurisdizionali, individuare le priorita' e gestire l'intensita' dei flussi di ricorsi, peraltro concentrati sulla competenza territoriale di un numero ristretto di uffici".
"Dalla capacita' di offrire queste risposte ad una crescente ed inderogabile domanda di giustizia e dalla necessita' di favorire l'approfondimento dell'analisi sui delicati intrecci criminali e finanziari che circondano i fenomeni migratori del Mediterraneo- prosegue Giovanni Legnini, vicepresidente Csm- discende la possibilita' di rifuggire dalle soluzioni semplicistiche, dalle sirene taumaturgiche che vedono nella risposta simbolica dei muri e delle barriere la soluzione a tendenze planetarie che, invece, segnano un'epoca in tutta la loro drammatica e articolata complessita'".
Certo, "non ci sfugge che la predisposizione dei pur necessari strumenti giuridici e processuali costituisce una parte soltanto di impegni ben piu' complessi e gravosi- conclude Legnini- ma a noi spetta di contribuire a rafforzare una parte delle numerose risposte che impegnano il nostro Paese e la Comunita' Internazionale".