Migranti. Manconi e le Ong: vogliono fermare soccorsi in mare
Roma - "Il procuratore di Catania dice di non avere le prove" dei rapporti tra Ong e trafficanti ma per due mesi si e' creato "un conflitto ideologico" che sta mettendo "sotto accusa l'idea e la pratica del salvataggio in mare, il concetto del soccorso di esseri umani". Cosi' Luigi Manconi (Pd), presidente della commissione diritti umani del Senato, ha aperto un convegno in Senato a cui hanno partecipato rappresentanti delle Ong e della Caritas per rispondere alla accuse sulle 'navi taxi' del Mediterraneo.
Si mira "a raggiungere la sfera dove si formano le opinioni dei cittadini, il senso comune e l'idea stessa di soccorso", insiste. Quindi, chiede Manconi, "dove sta il reato? Dove la colpa?". Si parla di "soccorso non autorizzato il che non solo e' un ossimoro ma una cosa indecente: il soccorso non puo' passare per delle procedure burocratiche". Cosi' come "i corridoi umanitari 'non regolamentati'". Insomma, "nessuna di queste imputazioni e' traducibile in fattispecie di reato".
Riccardo Gatti, di Proactiva Open arms, sostiene che questa vicenda "oltre a ledere l'immagine delle Ong sta mettendo in discussione la scelta di aiutare le persone che hanno bisogno. Abbiamo un rapporto costante con la Guardia costiera- ricorda- che ci ha sempre ringraziato perche' loro non hanno la capacita' di coprire il bisogno che c'e'".
Secondo Raffaella Milano di Save the children e' "strano che il dibattito sulle politiche migratorie si sia spostato sui soccorsi" proprio quando "un dato incontrovertibile ci dice che dall'inizio dell'anno nel Mediterraneo sono morte almeno mille persone annegate". Loris De Filippi di Medici senza frontiere spiega infine che "le Ong hanno chiesto dal 2012 di gestire l'impennata dei flussi migratori in modo diverso e con canali in sicurezza ma l'Unione europea non ha mai risposto". E conclude: "Noi siamo stati colpiti da una montagna di immondizia, il concetto di compassione e solidarieta' sta sparendo, c'e' un razzismo strisciante e l'arco costituzionale sta scivolando verso le tesi di Orban" anche perche' "oggi nella societa' italiana parlare in nostra difesa vuol dire perdere consensi". (DIRE)