Migranti, Manzione: incentivi ai comuni per l'accoglienza
Roma - "I numeri (degli arrivi, ndr) sono obiettivamente, grossomodo, in linea con quelli dell'anno passato, perche' allo stato attuale abbiamo avuto circa 46mila 600 sbarchi. L'anno passato erano 45.800. Quindi la differenza e' veramente minima. Nell'ultima settimana abbiamo avuto una concentrazione piuttosto significativa. Per farle avere un'idea, siamo arrivati a circa 13.700 sbarchi, che sono la media di duemila sbarchi al giorno. Una cosa non indifferente, insomma". Lo afferma a Radio Vaticana il sottosegretario all'Interno con delega all'immigrazione, Domenico Manzione.
Poi, aggiunge: "Quella circolare sulla distribuzione per provincia, di cui tanto si parla oggi, delle 70 persone per provincia, e' legata a questo tipo di impennata, cioe' all'impennata concentrata nella settimana- continua Manzione- il piano, di cui invece dobbiamo discutere con l'Anci e con il quale siamo a buon punto e speriamo, quanto prima, di poter ufficializzare, prevede una distribuzione molto piu' capillare all'interno del sistema comunale, della territorialita' comunale, in buona sostanza. Ed e' un modo, che noi speriamo ovviamente di poter accompagnare con una serie di incentivazioni, per consentire agli 800 comuni su 8 mila che fanno accoglienza di poter diventare un numero molto piu' significativo".
Sulla maggiore accoglienza dei comuni del Sud, Manzione dice che "sono in realta' la front line. E' quasi impossibile quindi per loro non fare accoglienza, per l'ottima ragione che il flusso, che per noi arriva principalmente dalle coste della Libia anche se dall'Egitto c'e' stato un consistente aumento negli ultimi tempi, arriva comunque sulle regioni meridionali. Dopo di che, in base al solito accordo che abbiamo fatto nel 2014, c'e' una redistribuzione su tutto il territorio nazionale che tiene conto delle quote. Quindi e' una distribuzione equa, secondo il reparto del Fondo sociale. Una prima mossa noi l'abbiamo fatta, sostanzialmente eliminando le spese Sprar a carico dei Comuni, portando cioe' il contributo dei Comuni per il servizio Sprar ad un minimo del 5 per cento. Noi speriamo di poter fare anche qualcosa di piu' appena saremo in grado di poter quantificare anche l'intesa con il Mef. Non per dare un premio a chi fa accoglienza, o viceversa per non darlo a chi l'accoglienza non la fa, ma solo per creare le condizioni ideali perche' l'accoglienza possa essere il primo passo verso poi una successiva integrazione".
Sugli hotspot, il sottosegretario dice che "ci sono e sono operativi tutti e quattro, quelli che abbiamo identificato. A mio modo di vedere, non c'e' nessuna difficolta' eventualmente ad ipotizzarne altri. L'importante, pero', e' intendersi sul significato, perche' per noi in assenza di una piu' precisa regolamentazione di carattere europeo, hot spot significa semplicemente luogo dove le persone vengono identificate, dopo di che per noi entrano in regime ordinario di accoglienza". (DIRE)