Migranti, Manzione: "Mondo dell'accoglienza non è il mondo di mezzo"
ROMA - L'accoglienza dei migranti Italia è cresciuta molto negli ultimi anni, ma guai a confonderla col "mondo di mezzo". A chiedere di "evitare di fare generalizzazioni assurde" è il sottosegretario all'Interno, Domenico Manzione, a margine della presentazione del “Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia” realizzato dal Gruppo di studio sul sistema di accoglienza del ministero dell’Interno presentato questa mattina al Viminale. "Ci siamo attrezzati per cercare di sottrarre terreno a chi pensa di lucrare sull'accoglienza - ha affermato Manzione -. L'abbiamo fatto attraverso la predisposizione di capitolati il più possibile precisi nelle gare, nell'opporci fermamente ad ogni dichiarazione d'emergenza e facendo tutto in condizioni di assoluta ordinarietà nonostante i numeri siano molto poco ordinari. Il mondo dell'accoglienza non è il mondo di mezzo".
Un'accoglienza che per il capo dipartimento Libertà civili e Immigrazione, Mario Morcone, intervenuto durante la presentazione dei dati, sta cambiando. "Non vengano più a proporre ai prefetti e a noi le grandi opportunità offerte da una struttura alberghiera di 500 posti dove non c'è nessuno - ha detto Morcone -. Non è questa la strada, la strada è un nuovo protagonismo dei sindaci e di una condivisione degli oneri". Per Morcone è sui territori che si giocherà la partita dell'accoglienza nei prossimi mesi. "Chiediamo ai comuni un nuovo protagonismo - ha affermato -. Vogliamo che loro siano i protagonisti sul territorio, che scelgano dove e come accogliere in ragione della capacità che il territorio ha". Per questo, ha aggiunto Morcone, occorre prima di tutto intervenire sul "rapporto troppo squilibrato tra progetti Sprar e Cas", ma non solo. "E' finito il tempo dei grandi centri - ha detto Morcone -. Il futuro è l'accoglienza diffusa da condividere con chi ha il governo del territorio".
Morcone è poi intervenuto sul sistema di Dublino. "Qualcuno si ostina a chiamarlo diritto vigente - ha detto Morcone nel suo intervento -. Lo sarà pure ma la storia lo ha superato. Il dramma che si sta vivendo in questi giorni nei Balcani dimostra che tutto questo appartiene al passato. Noi lo riteniamo un accordo superato, la storia lo ha già archiviato". Sull'accoglienza dei minori, inoltre, Morcone richiama l'attenzione del mondo politico. "C'è bisogno che il Parlamento batta un colpo e trovi uno spazio per ragionare sulla legge 328 del 2000 - ha detto -, perché è una legge giurassica rispetto allo scenario completamente nuovo che si è creato negli ultimi anni. Non possiamo andare avanti con la legge 328".
Infine la questione dell'ingresso legale in Italia per questioni di lavoro. Una possibilità che al momento, ha spiegato Morcone, non c'è se non in alcuni casi. "Non è possibile venire a lavorare in Italia legalmente a parte, ad esempio, l'ingegnere indiano che va a lavorare a Finmeccanica - ha detto Morcone a margine della presentazione -. E' necessario un decreto flussi, perché bisogna garantire una via legale per venire a lavorare in Italia e a quel punto puoi chiedere anche a quel paese di controllare le persone. E' il tempo di ripensare a tutta la Bossi Fini che è in qualche modo superata da un nuovo scenario, credo che la politica debba riflettere su una revisione profonda di questa legge". Di revisione della Bossi Fini ha parlato anche il sottosegretario Manzione. "Un decreto flussi c'è stato anche qualche mese fa ma riguarda posizioni già in qualche maniera consolidate - ha chiarito il sottosegretario -. Il vero problema è quello di creare un sistema legale diverso da quello attualmente previsto per l'accesso al nostro paese, principalmente per ragioni di lavoro. Questo presuppone la necessità di modificare la Bossi Fini, prima ancora di fare un nuovo decreto flussi". Per Manzione, però, toccare la Bossi Fini oggi ha "un'ulteriore difficoltà, che non è solo modificare la legge, ma di avere le condizioni economiche che consentano di programmare un eventuale flusso dal punto di vista lavorativo di persone che possasno venire nel nostro paese".(ga)