Migranti, mons. Antoniazzi: scappano dalla Libia, riaperta la rotta tunisina
Roma - "Stiamo tornando al tempo di Lampedusa e delle prime carrette del mare: una volta arrivavano in Tunisia per andare in Libia ora ricominciano a partire da qui". È preoccupato mons. Ilario Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi, dopo aver appreso la notizia della nave della marina militare tunisina che ha speronato un barcone con 70 migranti, provocando un naufragio con decine di morti. "È vero, si sta riaprendo la rotta tunisina verso l'Italia- dice in un'intervista al Sir-. E ultimamente ne arrivano sempre di piu'. Questo per noi e' un campanello d'allarme".
"Gli accordi con la Libia sono forse una bella cosa per l'Italia ma non per i migranti che sono li'- precisa l'arcivescovo-. Sono diminuiti gli sbarchi in Italia ma i migranti in Libia sono aumentati: li' hanno scoperto anche campi profughi clandestini, dove i migranti non vengono trattati come persone umane. È naturale, allora, che il posto piu' sicuro da cui provare a partire sia la Tunisia. E ultimamente ne arrivano sempre di piu'".
"Una volta- prosegue-, arrivavano in Tunisia nel sud Sahara per andare in Libia, poi tramite i trafficanti cercavano di imbarcarsi verso l'Europa. Adesso e' il contrario: scappano dalla Libia e vengono in Tunisia perche' sanno che con gli accordi attuali e' molto difficile andare in Italia. Ma io dubito che questi trafficanti con cui l'Italia ha fatto accordi siano persone molto affidabili". Mons. Antoniazzi, che sta monitorando la situazione, spiega che "non c'e' un posto fisso per le partenze, puo' essere nella zona di Sfax o in tanti altri piccoli porti. Stanno li' un po' di tempo per lavorare poi si mettono d'accordo con i pescatori, che si fanno pagare, e partono. È difficile distinguere tra un pescatore e chi vuol venire in Italia". (AGENSIR/DIRE)