Migranti, monsignor Perego (Migrantes): rafforzare la tutela della vita delle persone
Roma - Ancora 250 vite perse nel Mediterraneo, donne e uomini che cercavano di raggiungere l'Europa e una vita meno precaria. E il giovane del Mali morto suicida a Milano in attesa di protezione internazionale. "Tutti questi morti, in mare e in stazione, chiedono non di indebolire, ma di rafforzare alcune azioni a tutela della dignita' e della vita delle persone forzatamente migranti. Queste morti chiedono di estendere il controllo e il salvataggio nel Mediterraneo come prima e costante azione finche' il Mare Nostro restera' l'unica via di fuga per le persone migranti". Lo scrive in una nota per il Sir mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e direttore generale della Fondazione Migrantes.
"Chiedono, questi morti- aggiunge-, un impegno deciso e immediato per e con la Libia, per e con i Paesi dell'Africa orientale e subsahariana, per una sicurezza nei loro Paesi e nei viaggi dai loro Paesi, oggi abbandonati ai trafficanti di esseri umani e a multinazionali senza scrupoli. Si tratta di allargare l'esperienza di corridoi e canali umanitari che le esperienze gia' in atto dicono possibili e che vedono l'impegno congiunto di istituzioni, societa' civile e Chiese. Chiedono ancora, questi morti, piu' sicurezza sociale per i migranti accolti in Italia e in Europa, perche' per mesi e per anni non subiscano nuove umiliazioni e privazioni".
(DIRE)