26 giugno 2015 ore: 15:44
Immigrazione

Migranti, Morrone: Mers è la vera emergenza, altro che scabbia...

Morrone, presidente Ime: perdiamo tempo con una malattia che in Europa non dà nessun problema dal punto di vista epidemiologico, terapeutico o diagnostico. E' una variante del coronavirus della Sars, la polmonite che nel 2002 provocò 8 mila contagi e circa 800 morti
Migranti in Europa

Roma - "Altro che scabbia... perdiamo tempo con una malattia che in Europa non da' nessun problema dal punto di vista epidemiologico, terapeutico o diagnostico, mentre non prendiamo in considerazione la Mers, che rappresenta invece un rischio molto piu' serio". A parlare e' Aldo Morrone, presidente dell'Ime (Istituto mediterraneo di ematologia), intervistato dalla Dire in merito alla 'Middle east respiratory syndrome', cioe' la sindrome respiratoria che si sta diffondendo in maniera grave in Medio Oriente. Dobbiamo iniziare ad averne paura anche noi? "La Mers avrebbe dovuto cominciare a farci paura da tempo- risponde Morrone- per il semplice fatto che in tutto il Medio Oriente il problema e' gia' diventato serio. Basti pensare che la Mers e' una variante del coronavirus della Sars, la polmonite che nel 2002 provoco' 8mila contagi e circa 800 morti".

Non solo: "Nella Mers- spiega ancora il presidente Ime- c'e' un peggioramento della mortalita' rispetto alla morbidita', cioe' un numero maggiore di decessi rispetto al numero di persone affette dalla Sars. Questo accade perche' la sindrome si trasmette per via aerea, a differenza per esempio di Ebola, il cui contagio avveniva soprattutto per contatto diretto con i liquidi biologici; ma anche perche' in molti dei Paesi mediorientali, in cui la Mers si sta diffondendo, le guerre stanno distruggendo i servizi sanitari". C'e' poi il problema dei rifugiati. Prosegue Morrone: "Emblematico e' il caso della Siria, dove attualmente esiste un rischio molto alto che la sindrome possa trasmettersi all'interno dei campi per i rifugiati. Ma anche del Libano, dove noi avevamo gia' segnalato 11 casi di Mers, poi confermati dal ministero della Sanita' libanese, nei soggetti che erano li' rifugiati".

Sempre in Libano, una delle malattie che l'Ime ha osservato piu' frequentemente nei campi profughi e' stato poi il morbillo, "con migliaia di casi- fa sapere il presidente dell'Istituto mediterraneo di ematologia- dovuti al fatto che nei bambini non e' stato possibile eseguire la vaccinazione. Il contagio del morbillo e' estremamente facile e la malattia e' rischiosa per gli effetti collaterali che puo' avere per esempio con l'encefalite post-morbillosa". Esistono dunque malattie ben piu' pericolose della scabbia, dalla quale, se diagnosticata correttamente, si guarisce perfettamente. "La scabbia- spiega Morrone- non e' di certo un problema, visto che si trasmette solo dopo un prolungato contatto intimo di pelle con pelle. L'Oms l'ha definita una malattia sessualmente trasmissibile, il che significa che ha una modalita' preminente di contagio per rapporto sessuale. Ripeto: la malattia che bisognerebbe prendere maggiormente in considerazione, perche' ha un rischio molto piu' serio, e' piuttosto la Mers".

Cosa si potrebbe fare? "Dovremmo investire sicuramente di piu', come stiamo facendo nei campi profughi in Siria e Libano- risponde Morrone alla Dire- Basterebbe quindi che l'Unione Europea lanciasse una campagna e inviasse nelle aree colpite colleghi specialisti, con task force multi-disciplinari in grado di aiutare questi governi ad affrontare il tema delle infezioni all'interno dei campi profughi. Dal punto di vista sanitario, in quei Paesi, si puo' fare qualcosa di serio. Ed e' questo l'appello che lancio: noi abbiamo il dovere di intervenire". Anche perche' una cosa e' certa: dalla Mers, se diagnosticata e trattata correttamente, si guarisce. Al contrario, se non trattata, il rischio di morire e' molto alto. "L'Oms piu' volte ha sottolineato tale rischio, ma probabilmente l'interesse mondiale oggi nasce dal fatto che c'e' un'epidemia in Corea e Cina, dove grosso modo ci sono stati 30 decessi su circa 180 casi confermati in laboratorio".

Secondo lei l'Italia ha i mezzi per poter intervenire nei Paesi colpiti dalla Mers? "A mio parere il nostro Paese e' nelle condizioni di poter intervenire - risponde Morrone- ovviamente sotto l'egida delle Nazioni Unite o dell'Oms. Quanto ad un eventuale contagio, l'Italia e' pronta ad affrontare ogni tipo di malattia, perche' ha dei centri sanitari di primo livello. Ma e' nostro dovere, ci tengo a sottolinearlo, contrastare la Mers soprattutto in quelle aree di diffusione nel mondo. Per il resto, si dice sempre che l'Europa deve aiutare l'Italia... Io invece penso che sia l'Europa a dover ringraziare noi e le centinaia di medici che in questi anni, attraverso la legge Turco-Napolitano, quindi attraverso una normativa che consentiva l'accesso al servizio sanitario regionale di tutti gli immigrati, indipendentemente dalla loro regolarita' di documentazione, hanno curato e prevenuto la diffusione di malattie infettive. Se in Italia negli ultimi 20 anni non ci sono state situazioni di gravita' sanitaria, infatti, si deve alla legge e all'impegno di moltissimi medici, di unita' operative sanitarie pubbliche e del privato sociale. L'Europa dovrebbe allora essere grata all'Italia- conclude il presidente dell'Ime- e il nostro Paese in Europa dovrebbe chiedere un impegno maggiore". (DIRE)

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