Migranti, Msf: è la Guardia costiera italiana a coordinarci
Roma - "E' la Guardia costiera a coordinare le operazioni di salvataggio in mare". Lo ha assicurato Marco Bertotto, responsabile advocacy per Medici senza Frontiere, intervendo in audizione in commissione Difesa al Senato per illustrare le attivita' della ong a bordo della nave di soccorso e a terra, nella ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. "Alcune organizzazioni- dice ancora- sono dotate di strumenti per conoscere il posizionamento di navi non militari, come droni o trasponder", ma tutto il coordinamento "e' di fatto in mano alla Guardia costiera italiana".
Per quanto riguarda gli interventi nelle acque libiche, "siamo intervenuti cinque volte", ha specificato, e ogni volta "si e' trattato di arrivare in prossimita', dietro autorizzazione delle autorita' competenti e in situazioni eccezionali, di necessita' conclamata". In queste situazioni, spiega, "riceviamo chiamate di soccorso, ci coordiniamo con la Guardia costiera italiana e poi riceviamo disposizioni da quella libica. Sottolineo che avremmo potuto rifiutarci, ma si trattava di casi di emergenza".
E' ancora l'autorita' italiana che individua il porto di sbarco: "Noi come organizzazione che ha in carico la gestione del soccorso, seguiamo le indicazioni delle autorita' italiane. Non possiamo riportare le persone in Libia per rispetto del principio di non respingimento", ma sta all'Italia stipulare eventuali accordi con le autorita' degli altri governi europei rivieraschi come Malta e Grecia, per ripartire gli sbarchi. "Ma non e' un nostro problema- chiarisce Bertotto- noi ci occupiamo del salvataggio, e volentieri lasceremmo questo compito alle autorita' di governo. Ma avendo trovato un gap, non possiamo non intervenire" per colmarlo. (DIRE)