Migranti, Msf: le Ong non li attirano, ecco perché
A coloro che attribuiscono al lavoro di soccorso in mare delle ogn una responsabilita' di 'pull factor', ossia di incentivare le partenze e di conseguenza i decessi in mare, Marco Bertotto, responsabile advocacy di Medici senza frontiere, spiega che si tratta "di un'analisi superficiale e strumentale, che omette fattori importanti". Prima di tutto evidenzia la sostituzione delle navi di soccorso agli interventi delle navi commerciali, che puo' essere richiesta dalle autorita' - che, stando al diritto del mare, sollecitano a intervenire le imbarcazioni piu' prossime alla zona di emergenza: "Se nel 2014 le navi commerciali ne salvava 1 su 4, nel 2016 le ong ne hanno salvato il 28%. Di fatto le navi umanitarie hanno risolto la privatizzazion del soccorso", e hanno anche "evitato tragedie come quelle del 2014", determinate dal fatto che i mercantili, non avendo attrezzature e personale specializzato, non sono adatte a questo tipo di operazioni.
Bertotto, illustrando ancora la sua tesi alla commissione Difesa del Senato, ammette la crescita del tasso di mortalita' dei migranti dal 2014 al 2016: "ma 13 ong operative nel Mediterraneo non possono influenzare questo dato", in cui invece gioca "l'industralizzazione del traffico nel nord della Libia. Di recente- spiega- stanno aumentando i lanci di imbarcazioni in mare: a volte a fronte di una sola chiamata ci troviamo a raggiungere anche cinque imbarcazioni in difficolta'", la sua denuncia. Inoltre, per il responsabile Msf "non si considera il ruolo della guardia costiera libica, in cui alcuni membri a volte cooperano di concerto con i trafficanti". Terzo, ricorda il blocco dei traffici delle imbarcazioni in legno, che vengono pero' sostituite coi gommoni in plastica, che sono piu' insicuri. "Da giugno a ottobre- osserva infine- abbiamo registrato tassi di mortalita' ridotta, e questo coincide con la massima presenza delle navi di soccorso delle ong", a fronte di un aumento delle morti nei periodi in cui le navi umanitarie sono di meno. (Dire)