Migranti, Napoli ricorda 26 donne morte nel Mediterraneo
NAPOLI - Commemorazione delle 26 donne migranti morte in mare, e giunte nel porto di Salerno lo scorso 5 novembre, questa mattina a palazzo San Giacomo, su richiesta delle consigliere Eleonora de Majo, Elena Coccia e Francesca Menna, in apertura della seduta odierna del Consiglio Comunale.
Una commemorazione anomala, ha dichiarato la consigliera de Majo, perche' si tratta "di donne senza storie, senza biografie, morte in uno dei tanti viaggi della morte che attraversano il Mediterraneo". Una storia, quella di queste 26 migranti, che assume un peso particolare a cinque giorni dal 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che mai come quest'anno va centrata sulla doppia violenza che subiscono le donne migranti, costrette ad ogni tipo di sopruso nel corso delle loro migrazioni, cosi' come emerge dalla lettura del referto dell'autopsia sui loro corpi, e dalla dichiarazione stessa delle Nazioni Unite, che definisce un atto disumano il patto tra l'Unione Europea e la Libia sui migranti.
"È importante - ha concluso de Majo - che l'iniziativa di oggi veda coinvolte aree e sensibilita' diverse della citta', a dimostrazione che queste donne meritano rispetto, come tutte le altre che giacciono sui fondali del Mediterraneo".
La consigliera Coccia ha ricordato l'eta' di queste ventisei donne, tutte tra i 14 ed i 18 anni, due delle quali erano anche incinte. "Non sapremo mai - ha continuato - l'origine di queste violenze impresse sui loro corpi, ma quel che emerge in maniera forte e' un duplice tema: non solo quello di un'immigrazione che il mondo intero non sa affrontare, ma anche una precisa istanza di genere. Queste ventisei donne sono state oggetto di chissa' quali dinamiche interne ad un quadro di marginalita' nella marginalita'. Questo fa pensare anche che il tema del femminismo non si e' ancora esaurito, e che ancora bisogna lavorare per superare queste contraddizioni. Le rose bianche depositate sulle loro bare devono essere il simbolo di questo impegno, nel nome - come ricordato anche nel Vangelo - del dovere dell'accoglienza verso gli stranieri.
La consigliera Francesca Menna ha evidenziato l'importanza di immaginare queste donne nella loro umanita', pensarle come giovani donne un momento prima di partire: i loro sentimenti, le emozioni provate prima di lasciare i loro affetti, le loro speranze. "Pensiamo - ha aggiunto Menna - a cosa puo' aver provato una ragazzina di 14 anni prima di lasciare tutto. Dobbiamo imporci di vederle umane, immaginarcele nella loro fierezza, nel coraggio, nella forza di andare oltre la disperazione. Proviamo a vederle cosi', anche da morte. In questo senso e' un peccato che in occasione del loro funerale non siano stati coinvolti i componenti della loro comunita': questo avrebbe consentito di restituire loro quell'umanita' che troppo spesso dimentichiamo e, per noi, immaginare un percorso di pace, che ci faccia vedere la guerra nella sua brutalita'. Sarebbe importante - ha concluso - lavorare ad un odg che impegni l'amministrazione ad attivarsi per proteggere la condizione delle donne migranti".
Il Sindaco Luigi de Magistris e' quindi intervenuto apprezzando che questa commemorazione sia stata svolta da tre donne del Consiglio ma ha voluto evidenziare che l'intera citta' ha vissuto questo ennesimo episodio come un tremendo crimine contro l'umanita'. Da giurista, il Sindaco ha ricordato che ci saranno governanti che verranno chiamati a rendere conto nei tribunali internazionali per quella che oggi si configura a tutti gli effetti come una vera e propria deportazione. Ricostruendo le tappe di queste tragedie, il Sindaco ha evidenziato che "se nemmeno di fronte a queste tragedie l'Europa non apre i cuori, le porte", servono ulteriori riflessioni su temi che sono politici e giuridici, sui quali la citta' di Napoli si e' apertamente schierata in favore dell'accoglienza. L'aula ha quindi osservato un minuto di silenzio in memoria delle ventisei donne. (DIRE)