13 luglio 2016 ore: 11:48
Immigrazione

Migranti, oltre 29 mila accolti nella rete Sprar: soprattutto nel Lazio e in Sicilia

I dati del Rapporto 2015. Il 58% è richiedente protezione internazionale. Nigeria, Pakistan e Gambia i Paesi più rappresentati. Oltre la metà ha un livello di formazione alto. Cresce l’attenzione all’inserimento socio-lavorativo. Le donne sono il 12%. I minori sono 1.640, tutti maschi
Sprar 2016. Posti disponibili
Atlante Sprar 2015 - Presentazione rapporto annuale

ROMA - Hanno uno status ben preciso e la maggior parte è accolta nel Lazio e in Sicilia. Sono le persone inserite nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che coinvolge i comuni italiani. Tra questi il 58% è richiedente protezione internazionale, il 10% ha lo status di rifugiato, il 13% è titolare di protezione sussidiaria e il 19% di protezione umanitaria. Lazio e Sicilia sono le regioni che ne accolgono di più, rispettivamente il 22,4% (con 2.500 posti a Roma) e il 20,1%, seguite da Puglia (9,4%) e Calabria (8,9%). In totale queste 4 regioni hanno il 62,9% del totale dei posti a disposizione: nelle altre regioni la presenza si attesta al di sotto del 6 per cento. Sono i dati del Rapporto Sprar 2015 presentato oggi a Roma su un sistema che conta 21.613 posti in accoglienza (erano 3 mila nel 2013 e a giugno 2016 ne sono stati aggiunti altri 4 mila, per un totale di 26.701 posti) con una rete di 376 enti locali titolari di progetto (339 comuni, 29 province, 8 unioni di comuni) che, con il finanziamento del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, hanno realizzato 430 progetti di cui 52 per minori soli, 30 per persone con disagio mentale o disabilità fisica, 348 per richiedenti e titolari di protezione internazionale. In totale nel 2015 sono state  29.761 le persone accolte nei progetti Sprar. 

Sprar 2016. Accolti

In generale, anche se l’assistenza sanitaria rimane la prestazione primaria, nel 2015 si registra una maggiore incidenza delle attività che mirano a favorire un inserimento socio-lavorativo delle persone accolte (apprendimento della lingua, corsi di formazione, tirocini), un segnale che l’accoglienza sta lentamente abbandonando il carattere emergenziale e riesce a far fronte in maniera più efficace ad arrivi costanti e consistenti. 

Dal report emerge che i Paesi più rappresentati sono la Nigeria, il Pakistan e il Gambia, che le donne sono il 12% (i beneficiari di sesso maschile sono passati dall’83,6% del 2013 all’88% del 2015) e che i “rientri Dublino” sono 966 rinviati da Svezia, Svizzera, Norvegia, Germania e Paesi Bassi. La maggior parte ha un livello di scolarizzazione medio-alto: il 37% ha la licenza elementare, il 22% la media, il 19% quella superiore e il 7% un titolo di studio universitario. Il 15% non ha nessun titolo, ma in questa percentuale ci sono anche i minori accolti nello Sprar che non sono in età scolare.  

Sprar 2016. Posti disponibili

I minori stranieri non accompagnati accolti nel 2015 in uno dei progetti Sprar sono stati 1.640 (977 i posti a disposizione), tutti maschi. Quasi il 60% è richiedente protezione internazionale, segno che l’inserimento nello Sprar è avvenuto poco dopo l’arrivo sul territorio italiano. Il 34% è titolare di protezione umanitaria, il 4% di protezione sussidiaria e il 3% è rifugiato. In gran parte provengono dal Gambia (35,5% degli accolti), dal Senegal (11,3%) dal Mali (10%) e dalla Nigeria (8,4%). Oltre la metà risulta neomaggiorenne al momento della rilevazione, il 45,8% ha tra i 15 e i 17 anni, l’1,3% ha tra i 12 e i 14 anni e lo 0,25 ha tra i 6 e gli 11 anni. 

La modalità prevalente di ingresso in Italia delle persone accolte nello Sprar è via mare attraverso uno sbarco (75,5%), seguono l’attraversamento di una frontiera terrestre (11,3%) e di una frontiera aeroportuale (5,9%). Il 2015 ha visto la rotta balcanica raggiungere il primato che, fino a qualche anno, era del Mediterraneo: sono stati due i flussi, quello di chi proveniva dai Paesi dell’ovest dei Balcani e quello di chi proveniva dall’Asia Centrale e dal Medio Orienta e ha attraversato le frontiere tra Bulgaria e Turchia e fra Grecia e Turchia. Le strutture di accoglienza attivate nel 2015 nello Sprar sono state 2.545 (+330 sul 2014 per un totale di 21.613 posti finanziati) e hanno ospitato in media 8 beneficiari ciascuna. Gli alloggi sono appartamenti (82%, con un aumento di 2 punti percentuali rispetto al 2014 sulla presenza di centri collettivi), centri collettivi (12%) e comunità alloggio destinate in maniera quasi esclusiva ai minori soli (6%).  

Sprar 2016. Beneficiari

Assistenza sanitaria, formazione, attività multiculturali, alloggio, istruzione e inserimento scolastico dei minori sono i servizi erogati nei progetti Sprar nel 2015 per un totale di quasi 260 mila servizi. Sono oltre 8.200 le figure professionali impiegate nelle attività quotidiane: in media in ciascun progetto sono presenti 22 professionisti tra operatori dell’accoglienza, mediatori culturali, amministrativi, operatori legali, personale ausiliario, insegnanti di italiano e coordinatori di equipe, di cui la maggior parte è impegnato part-time nello svolgimento delle attività del progetto. Tra le attività che sono considerate prioritarie per l’accoglienza c’è l’insegnamento dell’italiano: l’85% dei progetti realizza per ciascun beneficiario corsi per più di 10 ore alla settimana.  

In più del 34% dei progetti il numero di chi ha beneficiato di un corso di formazione professionale va da 1 a 10, nel 17,8% dei casi va da 11 a 20 e supera le 20 unità nel 18,9% dei casi. Nel 28,5% dei casi non ci sono stati beneficiari che hanno frequentato tali corsi. I corsi hanno riguardato ristorazione e turismo (oltre il 60%), artigianato, agricoltura e pesca, servizi alla persona, informatica, industria, edilizia e commercio. Nel 2015 sono stati 643 gli inserimenti lavorativi in seguito a tirocini formativi attivati e conclusi, ciò significa che in oltre la metà dei progetti si è riusciti a realizzare da 1 a 10 inserimenti lavorativi. La maggio parte è stata registrata nel turismo e nella ristorazione (circa il 60% dei progetti), seguono agricoltura e pesca e servizi alla persona. (lp)

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