21 giugno 2017 ore: 11:32
Immigrazione

Migranti: oltre 3,9 milioni i permessi di soggiorno, la metà è per donne

I dati del Dossier Caritas Migrantes. I residenti stranieri sono l’8,3% del totale, in leggero calo rispetto al 2015. Sono 198 le nazionalità presenti, oltre il 50% provengono da un Paese europeo. Crescono le acquisizioni di cittadinanza (+37%). Gli alunni stranieri sono il 9,2%, di cui il 58% è nato in Italia. I detenuti stranieri sono il 34% del totale
Migranti. Uomo di colore seduto con maglia arancione

ROMA - A inizio 2016 erano oltre 3,9 milioni i permessi di soggiorno rilasciati, con un aumento di solo lo 0,03% rispetto alla stessa data del 2015. Circa la metà riguarda donne. Quasi 6 su 10 sono permessi di lungo periodo. I Paesi più rappresentati sono Marocco, Albania, Cina e Ucraina che, insieme, rappresentano circa il 40% del totale dei permessi. I minori fino a 17 anni sono il 28,5% tra coloro che hanno permessi di lungo periodo e il 17,9% in quelli con scadenza. Questi ultimi sono soprattutto concessi per motivi di lavoro (42%) e di famiglia (41,5%). Il terzo motivo è quello legato alla richiesta di asilo (9,7%) che ha superato il motivo di studio. Sono i dati del XXVI Rapporto immigrazione di Caritas Migrantes presentato oggi a Roma che “concentra l’attenzione sui giovani di origine non italiana, raccontandoli, proprio come desidera fare il Santo Padre, in ciascuna delle realtà e delle condizioni da loro vissute. Un cammino quasi naturale rispetto allo scorso anno dove, trattando il tema delle culture dell’incontro, è stato normale trovare, in tutti i contesti in cui l’incontro avviene, proprio un giovane di nazionalità non italiana con cui dialogare. L’Italia di oggi o di domani o riuscirà a essere diversa, capace cioè di nuovi incontri e relazioni, o rischierà di non avere futuro. L’incontro è la parola chiave che deve guidare le nostre comunità”.

Migranti. copertina Dossier 2017

I residenti. Al primo gennaio 2016 risiedevano in Italia 5.026.153 cittadini di origine straniera, pari all’8,3% del totale della popolazione residente (poco più di 60 milioni di persone), in leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2015 (-0,2%). Oltre la metà dei residenti di origine straniera è rappresentato da donne (52,8%). Quasi 6 su 10 vivono al Nord (soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto), solo 1 su 4 vive al Centro (in particolare nel Lazio) e nel Mezzogiorno si scende al 15,9%.

Nazionalità. Sono 198 quelle presenti in Italia (sono 232 quelle nel mondo), di cui oltre il 50% sono di un Paese europeo. Poco più del 30% dei residenti stranieri (circa 1,5 milioni) sono citadini di un Paese Ue, la restante parte proviene dagli Stati dell’Europa centro-orientale non Ue (1,1 milioni). I gruppi più consistenti sono i romeni, gli albanesi, i marocchini che, nel complesso, rappresentano il 40,9% del totale degli stranieri residenti.

Dossier Immi 2017. Stranieri per aree regionali (Infografica1)

Acquisizioni di cittadinanza. Al 31 dicembre 2015 sono state 178.035 le acquisizioni di cittadinanza da parte di residenti stranieri (+37,1%), di cui la quasi totalità riguarda cittadini di Paesi extraUe (158.891) e la restante di cittadini comunitari. Cresce il numero di coloro che diventa italiano per trasmissione dai genitori o per scelta al compimento dei 18 anni: sono passati da circa 10 mila nel 2011 a 66 mila nel 2015. I 18enni che diventano italiani sono il 10% dei residenti della stessa età. Prevalgono le acquisizioni da parte di donne tra 25 e 39 anni (quasi il 56%): su questo dato incide un certo numero di acquisizioni per matrimonio. Nelle altre classi di età prevalgono (leggermente) gli uomini, tranne che per le età avanzate. Le modalità di accesso alla cittadinanza sono differenti per uomini e donne, anche se nel 2015 si registra una tendenza alla convergenza: per i primi la modalità più frequente è la residenza (56%) mentre il matrimonio è residuale (meno del 3%), nel 2015 anche per le donne le acquisizioni per residenza sono state più numerose (42%) superando di poco quelle per tramissione/elezione (41%). Anche per le donne si riduce la quota di procedimenti avviati in seguito a matrimonio: 16% nel 2015 (erano il 25% nel 2014). “Si tratta di un segnale importante: anche per le donne l’acquisizione di cittadinanza è sempre più frutto di un lungo periodo di integrazione – si legge nel Dossier – Ciò conferma la trasformazione del nostro Paese in terra di insediamento stabile anche per le donne migranti”.

Matrimoni. A fine 2015 i matrimoni in cui uno dei due sposi è di origine straniera sono 24 mila (pari al 14,1% delle nozze celebrate nell’anno) e sono avvenuti soprattutto in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. Nel contesto italiano che presenta un calo generale (tra il 2014 e il 2105) dei matrimonio e un calo scarsamente significativo dei matrimoni con almeno un componente straniero colpiscono due tendenze di segno opposto: aumentano i matrimoni con sposo straniero e sposa italiana (+5,9%), mentre calano i matrimoni tra stranieri (-5,9%). Gli uomini italiani che hanno sposato una cittadina straniera hanno nel 20% una moglie romena, nel 12% una ucraina e nel 6% una russa. Le donne italiane che sposano uno straniero hanno scelto prevalentemente uomini provenienti da Marocco, Albania e Romania.

Dossier Immi 2017. Alunni (Infografica 2)

Scuola. Nell’anno scolastico 2015/2016 gli alunni con cittadinanza non italiana sono 814.851 pari al 9.2% del totale degli alunni (+0,1% rispetto all’anno precedente), di cui oltre la metà (58,7%) è nato in Italia. La maggior parte è nella scuola elementare. L’incidenza degli alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica varia in modo significativo a livello territoriale: le incidenze maggiori si riscontrano al Nord con il valore massimo in Emilia-Romagna (15,6%), seguita da Lombardia e Umbria. L’unica eccezione è la Valle d’Aosta che presenta un’incidenza inferiore alla media italiana (7,6%). Nelle regioni del Centro non si scende sotto il 10%, con l’eccezione del Lazio, mentre al Sud i dati sono decisamente inferiori.

Università. Nell’anno 2014/2015 sul totale di 270 mila immatricolazioni, risultano iscritti nelle università italiane 9.891 studenti non Ue (il 3,7%) e 3.165 studenti Ue (l’1,2%). Tra i non Ue, oltre la metà ha conseguito la maturità in Italia, segnando un sorpasso rispetto agli studenti stranieri in possesso di un titolo di studio conseguito all’estero. La componente femminile supera quella maschile sia tra gli italiani che tra gli sranieri. Nella scelta della facoltà gli stranieri privilegiano economia, ingegneria, le aree linguistiche e politico-sociale.

Formazione. Nell’anno scolastico 2014/2015 più di 8 studenti stranieri su 10 si sono iscritti alla scuola superiore, mentre l’8,7% ha scelto la formazione professionale. Anche nell’anno 2015/2016 si conferma la propensione degli alunni stranieri verso istituti tecnici e professionalizzanti, in particolare ristorazione, meccanica, riparazione veicoli a motore. Contemporaneamente però si coglie uno spostamento verso il liceo: questo era stato scelto dal 21% degli stranieri nel 2009/2010 ma dal 27% nel 2015/2016.

Overeducation. In Italia il fenomeno dell’eccesso di laureati non assorbiti dal mercato del lavoro è molto diffuso tra gli immigrati: è pari al 65,9% tra coloro che hanno un titolo universitario, rispetto al 19,9% degli italiani. Inoltre i laureati stranieri spesso sono impiegati in occupazioni che non richiedono le competenze acquisite con il titolo di studio: mentre i laureati italiani overeducated sono impiegati in lavori esecutivi in ufficio e in attività di vendita e servzio, gli stranieri sono soprattutto operai o domestici, casi estremamente rari tra gli overeducated italiani. L’overeducation riguarda quasi tutti gli immigrati altamente qualificati di alcune nazionalità come i filippini (92,2%) e ucraini (90,4%).

Giustizia penale. I detenuti stranieri sono il 34% del totale (18 mila su 54 mila). Il Marocco è la nazione più rappresentata, seguita da stranieri di nazionalità romena, albanese, tunisina, nigeriania, egiziana, senegalese e algerina. I reati per cui sono in carcere sono soprattutto reati contro il patrimonio, violazione delle norme in materia di stupefacenti e reati contro la persona. Si tratta in genere di persone under40, senza legami familiari ma con uno o più figli. Tra le donne si segnala la presenza di detenute con figli: sono 26 i bambini stranieri al seguito di 23 madri detenute sul totale di 37 bambini presenti nelle carceri italiane. (lp)

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