Migranti. Ong: "Basta fango su di noi. Andiamo avanti a testa alta"
ROMA – “Basta fango, se ci sono accuse concrete che escano fuori, altrimenti lasciateci lavorare”. E’ il grido lanciato dal mondo delle ong, riunite a Roma per rispondere alle polemiche di questi giorni che hanno investito non solo chi si occupa di salvataggi in mare ma tutte le organizzazioni, impegnate nella cooperazione internazionale e nell’aiuto umanitario. #OngaTestaAlta è, dunque, l’hastag scelto da Aoi che riunisce circa 300 soggetti della società civile, e dal Forum del Terzo settore per mettere a tacere l’ondata di “attacchi indiscriminati da parte di esponenti del mondo politico e dei media”.
- “Rispondiamo mostrando i dati della cooperazione, che sono dati pubblici nei nostri siti, voluti e certificati dai donatori –sottolinea Silvia Stilli, portavoce di Aoi -.Non vogliamo sottrarci al confronto aperto e pubblico con la politica. Questa campagna che ormai non riguarda più solo i salvataggi ma anche l’accoglienza, sta producendo effetti negativi. Mi auguro che con il dialogo si superino le dichiarazioni del procuratore di Catania. Noi non ci sottrarremo a nessun argomento. vogliamo essere un mondo di rappresentanza a disposizione della vita sociale dei cittadini”.
E proprio partendo dai dati Aoi sottolinea che sono 600 i milioni che le ong italiane mobilitano per la lotta alla povertà e per lo sviluppo, con 3000 progetti e programmi di cooperazione, volontariato internazionale e aiuto umanitario in decine di Paesi. A essere impegnati sono più di 16mila operatori che agiscono in situazioni difficili e 82mila volontari.
“La politica ormai ha assunto atteggiamenti che non sono funzionali a far emergere ciò che si fa di buono, ma che sono piegati all’opportunità elettorale - sottolinea Vincenzo manca di Uisp -. Nel Forum del terzo settore qualche tempo fa non ci siamo sottratti alla discussione che ha coinvolto pezzi del nostro mondo, con l’inchiesta Mafia capitale. Non lo faremo ora ma vorremmo riservare le nostre risorse per un pezzo bello di mondo, inclusivo. Non accettiamo le accuse, siamo pronti a verifiche e certificazioni”. Anche Giovanni Lattanzi di Cocis-Gus ha chiesto di fermare le polemiche: “se ci sono le carte tiratele fuori, altrimenti basta illazioni, fateci lavorare”.
Per Elisabetta Melandri del Cies l’immagine che si sta dando delle operazioni umanitarie è quella di “una massa di illegalità”. “Questo è molto pericoloso – spiega – Noi diamo lavoro a 1200 operatori che operano fianco a fianco forze dell’ordine, siamo stati in mare con l’operazione Mare nostrum”. Anche per Attilio Ascani di Focsiv bisogna ricominciare a parlare delle ong e delle ragioni per cui esistono. “Dobbiamo dare la parola ai volontari che rappresento storie di umanità senza confini, dal Nepal all’ Ecuador, a tutte le parti del mondo – afferma - La trasparenza non è un nostro problema. Ma dobbiamo anche parlare delle alternative alle partenze, che non ci sono. Chiediamo politiche adeguate per gestire il fenomeno migratorio: la revisione dei trattai europei come il regolamento Dublino, misure nei paesi di origine per una mobilità più umane e virtuosa. E il potenziamento di canali regolari. Solo in questo modo toglieremo il business alle mafie”. Guido Barbera di Cipsi ha inoltre aggiunto che le ong “continueranno a lavorare al di là di tutti gli attacchi”.
All’incontro ha partecipato anche Lia Quartapelle, capogruppo del Pd alla commissione Esteri, che sulle accuse alle organizzazioni umanitarie ha presentato un’interpellanza parlamentare. “Le generalizzazioni sulle ong hanno fatto molto male: fanno male anche alla politica, perché Luigi Di Maio ha detto cose vergognose – afferma – Per questo ho promosso un atto parlamentare rivolto ad Alfano che si è detto d’accordo con Zuccaro. Vogliamo sapere se il ministro ha elementi in più per affermare che il procuratore ha ragione”. (ec)