Migranti, Ordine Malta: “Situazione sempre più difficile, i muri non risolvono"
ROMA -Il conflitto in Siria alla vigilia del quinto anno di guerra, il caos libico, l’arrivo delle temperature invernali che rendono ancora più disperate le condizioni delle centinaia di migliaia di persone in fuga da violenze di ogni tipo. Le traversate del Mediterraneo e della rotta balcanica. Gli organismi e le agenzie umanitarie si trovano ad affrontare sfide enormi nel tentativo di venire incontro ai bisogni di interi popoli in fuga, a piedi e su barconi di fortuna. Sono stati questi i temi al centro del convegno organizzato dall’Ordine di Malta, presso la sede della stampa estera a Roma.
“La costruzione di muri non migliorerà la situazione, si tratta di un fenomeno destinato a protrarsi per anni” ha detto il Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta, Albrecht Boeselager sottolineando come “proprio la mancanza di soluzioni politiche a lungo termine aggravano le crisi in corso e fanno sì che il numero di rifugiati e profughi sia in continuo aumento”. Boeselanger ha ricordato che la situazione, anche nei Balcani si fa sempre più difficile, dato che si avvicina il periodo più freddo. Solo nel mese di Novembre, oltre 218mila migranti e rifugiati hanno raggiunto l’Europa via mare, la stessa cifra registrata in tutto il 2014. “Attenzione a usare la terminologia corretta: nessuno è illegale – ha aggiunto - Tutti hanno il diritto di chiedere protezione, secondo le convenzioni firmate dopo la Seconda Guerra Mondiale”, facendo poi riferimento al vertice internazionale sulle migrazioni che si è aperto oggi a Malta e alla quale l’Ordine di Malta partecipa come osservatore.
Dal giugno del 2014 a oggi i team sanitari del Cisom nel Mar Mediterraneo a bordo dei dispositivi navali della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza hanno effettuato: 328 operazioni Sar; 40.206 migranti tratti in salvo; 584 terapie somministrate; 56 trasferimenti urgenti ; 21 trasferimenti in elisoccorso. “E’ un lavoro fatto in silenzio quello dei nostri team sanitari – afferma Mauro Casinghini – E’ importante il sostegno dell'Unione Europea che dovrebbe considerare l'attività italiana come best practice e come tale importare il modello anche negli altri stati membri, tanto più che ora l'emergenza si è spostata sui confini territoriali”. Intervenendo alla conferenza,Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, ha affermato che non è corretto usare la parola emergenza: il fenomeno migratorio è prima di tutto una sfida demografica e geopolitica. “Trattandosi di un fenomeno transnazionale bisogna lavorare per favorire una politica della frontiera comune, che non sacrifichi le fondamenta dell’Europa” ha detto Gozi. “Gli sforzi devono essere incanalati verso una cogestione dei flussi migratori che tenga conto che nel 2050 l’Europa avrà bisogno di una forza lavoro pari a circa 40 milioni di persone in più” ha concluso Gozi.
Nel corso della conferenza sono stati presentati i risultati del simposio “Religioni insieme per l’aiuto umanitario” organizzato dall’Ordine di Malta lo scorso maggio alle Nazioni Unite di Ginevra. Il simposio ha delineato il contributo dell’Ordine di Malta verso il World Humanitarian Summit di Istanbul che si svolgerà dal 23 al 25 maggio 2016. In quella occasione l’Ordine di Malta presenterà una carta di principi per l’impegno umanitario e organizzerà il Global Religion Forum, una giornata di riflessione dedicata al contributo fornito da enti religiosi nel soccorso e nell’assistenza delle vittime di guerra.