1 settembre 2016 ore: 14:50
Immigrazione

Migranti, Paleologo: "Soccorsi e sbarchi sono sempre più militarizzati"

Tredicimila migranti arrivati in Sicilia in quattro giorni. L'analisi del giurista esperto di diritti umani: "L'aspetto positivo è che questa sovra-presenza di navi militari ha impedito che ci fossero morti. Naturalmente i migranti arrivano vivi ma quello che succede a terra è un tritacarne"
Sbarco migranti a palermo - 1 settembre 2016 2
Sbarco migranti a palermo - 1 settembre 2016 2

PALERMO - Tredicimila migranti sono arrivati in pochi giorni in Sicilia. Non si tratta di emergenza perché i numeri sono quasi uguali a quelli dell'anno scorso, ma il sistema dei soccorsi e dell'accoglienza è sempre più militarizzato. A dirlo è il giurista esperto di diritti umani Fulvio Vassallo Paleologo.

"I soccorsi e gli sbarchi sono sempre più militarizzati - sottolinea -. I libici lasciano partire migliaia di persone e i nuovi arrivi rilanciano gli accordi tra Eunavfor Med e la guardia costiera libica. I migranti sono bersaglio di tutte le milizie, ed occasione di profitto per i trafficanti. Oltre che oggetto di rastrellamenti da parte della polizia libica. Negli ultimi quattro giorni, come ad un segnale convenuto, improvvisamente e contemporaneamente sono state fatte partire decine di imbarcazioni, movimentando a terra, e poi in mare oltre 13 mila persone in quattro giorni. Una operazione che non è certo ascrivibile ad una organizzazione di trafficanti, ma che è sicuramente frutto di un accordo tra le diverse milizie che si scontrano in Libia. Un'operazione di partenze di massa che è servita ad alzare il prezzo dell'accordo con l'Unione Europea, attraverso l'agenzia Eunavfor Med, tanto che si sono sparse oggi notizie su ulteriori accordi che prevedono la presenza di agenti europei sulle motovedette libiche in funzione di istruttori". 

"La portaerei Garibaldi - continua lo studioso -, si trova a fronteggiare l'immigrazione illegale ma in questi giorni è stata interessata ai salvataggi proprio per la quantità di persone che sono state fatte partire dalla Libia. I numeri degli arrivi come cifra totale sono ancora sotto quelli dello scorso anno e certamente non si può parlare di emergenza. Per capire cosa succede a mare occorre capire cosa succede a terra. Le partenze dipendono soprattutto dalle situazioni che ci sono a terra e dalla apertura o meno delle strade per partire dalle coste. Tredicimila persone che vengono soccorse nel Mediterraneo in acque internazionali a 20 miglia dalla costa libica significano persone che sono portate sulla costa contemporaneamente e vengono fatte partire. Per fare tutto questo ci vuole una logistica che può essere soltanto militare o paramilitare perché nessuna organizzazione criminale ha i mezzi senza collegarsi con le milizie per spostare in 24 ore un numero così alto di persone". 

Il giurista si esprime anche a proposito delle lunghe operazioni di sbarco attivate anche  Palermo a partire da ieri. "Di fatto viene trasformata all'occorrenza la questura in un hotspot con l'intenzione delle autorità che sembra essere quella di espellere subito i sudanesi, nigeriani e maghrebini - aggiunge -. E' legittimo fotosegnalare, legittimo espellere chi non ha titolo per entrare ma sarebbe pure legittimo non fare espulsioni collettive e altrettanto legittimo dare il riconoscimento di minore età in modo da evitare che alcuni passino per maggiorenni. Inoltre occorre incentivare ulteriormente l'informativa sul diritto d'asilo. Ormai l'accoglienza anche a Palermo con questo nuovo sistema è militarizzata creando inevitabilmente una zona rossa tra il porto e la questura della città con l'evidente rischio di avviare espulsioni sommarie per le quali nessuno potrà mai ricorrere in giudizio. Il soccorso in mare è stato militarizzato e più si militarizza più cresceranno gli arrivi. L'aspetto positivo di questa vicenda è che questa sovra-presenza di navi militari ha impedito che ci fossero morti. Naturalmente i migranti arrivano vivi ma quello che succede a terra è un tritacarne". (set)

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