Migranti, parte la nave di Save the children per il salvataggio in mare
ROMA - Da settembre una nave di Save the children sarà in mare per soccorrere e accogliere i migranti a largo del Mediterraneo. Lo comunica l’organizzazione in una nota, spiegando che rispetto allo scorso anno, il numero dei bambini che attraversano il Mediterraneo ha avuto un notevole incremento e il 90 per cento dei minori sbarcati sulle coste italiane nel 2016 lo ha fatto senza i propri genitori. Migranti e rifugiati in fuga da guerre, persecuzioni e povertà estrema affrontano viaggi sempre più pericolosi per raggiungere le coste europee: più di 3.000 persone hanno già perso la vita quest’anno durante la traversata , un dato che segna un aumento di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo nel 2015. La grande maggioranza di queste morti silenziose è avvenuta nel tratto tra il nord Africa e l’Italia.
-Per contrastare queste morti tanto numerose quanto evitabili, Save the Children, l’organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti, dà il via a una nuova importante operazione di ricerca e salvataggio. L’Organizzazione supervisionerà le operazioni umanitarie condotte sulla nave e fornirà personale specializzato, tra cui un coordinatore, mediatori culturali, specialisti in protezione dell’infanzia, personale sanitario e logisti. La Guardia Costiera italiana, che è l’organizzazione che coordina tutte le operazioni di ricerca e soccorso in mare in quell'area, dirigerà l’unità verso le imbarcazioni con migranti bisognosi di aiuto.
“I bambini migranti sono prima di tutto dei bambini. A prescindere dal motivo della loro fuga, hanno il diritto di essere al sicuro. Abbiamo l’obbligo di proteggere i bambini e le loro famiglie sia quando si trovano già in Europa, sia durante il viaggio pericoloso e spesso fatale che affrontano,” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “Le cause di questo fenomeno sono complesse e molteplici, ma la nostra risposta è semplice: dobbiamo impedire che altri bambini muoiano in mare. Ci appelliamo agli Stati europei affinché sostengano l’Italia nelle operazioni di ricerca e salvataggio: la priorità di tutti dovrebbe essere quella di salvare vite umane, non il controllo delle frontiere. Il Mediterraneo non può continuare ad essere una fossa comune per i bambini”.“Abbiamo deciso di intervenire in mare perché siamo convinti che, nonostante gli sforzi straordinari già messi in atto da parte delle autorità e delle ong, la nostra operazione di ricerca e salvataggio possa apportare un valido contributo in termini di vite strappate alla morte,” spiega ancora Valerio Neri.
La nave, che batterà bandiera italiana e sarà soggetta alle leggi del nostro Paese, sarà di stanza ad Augusta. Sarà dotata di due gommoni più piccoli gestiti da squadre di salvataggio specializzate, che eseguiranno le operazioni di soccorso, salvando i migranti in difficoltà nel caso in cui l’imbarcazione dove si trovano si sia capovolta o stiano annegando. Le persone soccorse verranno poi trasferite sulla nave principale, dove le squadre specializzate di Save the Children saranno a disposizione per fornire loro assistenza, cibo e acqua, spazi sicuri per i bambini e assistenza medica. Saranno anche presenti traduttori e mediatori culturali per garantire che le reali esigenze dei migranti vengano comprese e la comunicazione avvenga in modo efficace ed empatico, in particolare nella spiegazione di ciò che avverrà loro in seguito allo sbarco. La nave trasferirà poi i migranti verso un porto sicuro in Italia.
Il team di bordo di Save the Children farà riferimento alle attività di risposta dell’organizzazione e alle collaborazioni già attive in Italia al fine di garantire che i bambini ricevano il sostegno di cui hanno bisogno al momento dell’arrivo. In particolare, l’Organizzazione continuerà ad operare a supporto dei minori stranieri non accompagnati che compiono da soli il pericolosissimo viaggio per arrivare in Italia e il cui numero nel 2016 è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (al 31 luglio 2016, sono arrivati 13.705 minori non accompagnati a fronte di 6.354 dello stesso periodo del 2015), pari al 90% di tutti i bambini arrivati via mare.
In moltissime parti del continente africano, i conflitti, le persecuzioni e la povertà estrema minacciano la vita dei bambini. Con i conflitti brutali in corso nel Medio Oriente e 60 milioni di persone in fuga in tutto il mondo, la crisi migratoria è il banco di prova morale di una generazione. I bambini continueranno a rischiare tutto in cerca di sicurezza e di un futuro migliore.
“Il lavoro di Save the Children partirà a bordo della nave, dove il nostro personale individuerà i bambini più vulnerabili e quelli non accompagnati, cercando di stabilire le loro necessità, fornendo loro assistenza sanitaria e i primi interventi di sostegno psicologico. Una volta a terra, i bambini saranno collocati in strutture di accoglienza adeguate in cui possano ritrovare la loro infanzia: un luogo in cui siano al sicuro, protetti, nutriti, dove possano avere accesso all’educazione e al sostegno psicologico. In tal modo auspichiamo che sempre meno bambini diventino invisibili e scompaiano nel nulla una volta arrivati in Europa. Solo così potremo restituire loro la propria infanzia e il proprio futuro”, conclude Neri. Save the Children opererà in ogni momento in stretta collaborazione con le autorità e le altre ong che lavorano nel Mediterraneo. La priorità sarà sempre quella di salvare vite umane, in particolare quelle dei bambini più vulnerabili.