Migranti, Patriarca: “Stop grandi centri, il modello sono le piccole comunità”
Edoardo Patriarca. Presidente CNV
ROMA – “Situazioni scandalose, dove impera la collusione e l’illegalità. Bisogna invertire la rotta, aumentare i controlli, anche a sorpresa e ripensare il modello di accoglienza”. Lo sottolinea Edoardo Patriarca, deputato Pd e membro della Commissione d’inchiesta sui centri di accoglienza per migranti in Italia, dopo le prime visite di ispezione realizzate in questi giorni. “Abbiamo iniziato dal Sud- spiega – perché qui si concentra il numero più alto di migranti accolti. Poi continueremo con le regioni del Nord. Ma quello che abbiamo visto finora ci fa già dire, come in parte sapevamo, che non si può continuare così. Con centri come il Cara di Mineo, dove la situazione di facciata sembra efficienti, ma dietro si nasconde di tutto e di più, malaffare, criminalità, collusione”.
L’indagine della Commissione, presieduta da Gennaro Migliore, sta facendo emergere come “tutta la filiera dell’accoglienza, segnata dall’emergenza, vada rivisitata – continua Patriarca -. non sono più auspicabili centri di grandi dimensioni, il modello che dobbiamo seguire è quello delle piccole comunità disseminate su tutto il territorio, che sono più vivibili per gli ospiti e più controllabili per lo Stato”. Per il parlamentare Pd, quindi, il modello deve cambiare, la “quello governato dalla prefettura mostra ormai la sua fragilità perché si agisce in emergenza. Una situazione che non aiuta che rende impossibile un’effettiva collaborazione con il mondo del volontariato e con la parte buona, che c’è ed è predominante, del mondo del terzo settore”.
Un maggiore controllo è necessario anche per valorizzare le cooperative sociali che lavorano onestamente in questo settore, ma la cui immagine è stata offuscata dall’inchiesta Mafia Capitale. “Gli scandali hanno ridestato il desiderio di legalità – aggiunge – bisogna continuare su questa strada, valorizzando anche le buone pratiche. Ormai, quello migratorio è un fenomneo strutturale nel paese, bisogna lavorare per un modello di accoglienza coerente e strutturale. Questa richiesta ci arriva innanzitutto dalla società civil e su questo il nostro impegno c’è e continuerà”. (ec)