2 giugno 2016 ore: 15:33
Immigrazione

Migranti. Perego: "Hotspot specchietti per le allodole"

Il commento del direttore della Fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, ai microfoni di Radio Vaticana. Alle Commissioni territoriali la richiesta di valutare le storie di chi sbarca in Italia. "Favorire un permesso di protezione umanitaria a chi da un anno e mezzo è in attesa di una risoluzione della propria situazione"
Sbarchi, gommone in avaria, immigrati

ROMA - “La distinzione” tra migranti economici e rifugiati “ormai non è più così chiara e facile, ed è ormai evidente che per riuscire a distinguere maggiormente la condizione personale di coloro che stanno sbarcando anche in Italia, è necessario un lavoro molto attento sulle storie personali; un lavoro che oggi, purtroppo, nelle commissioni territoriali non sta avvenendo, dove, di fatto, si sta procedendo attraverso una linea sottaciuta, ma evidente, che è quella di seguire i cosiddetti “Paesi sicuri’". Quindi l’aspetto più importante oggi sarebbe quello di rafforzare la lettura di queste storie personali e di favorire, comunque, un permesso di protezione umanitaria alle persone che ormai da un anno e mezzo sono in attesa di una risoluzione della loro situazione”. Lo afferma a Radio Vaticana, il direttore della Fondazione Migrantes della Cei, mons. Giancarlo Perego. 

Sugli hotspot, mons. Perego dice che è una strada che “ci riporta a strutture che non sono degne della dignità della persona, oltre che strumenti sostanzialmente di trattenimento indebito per persone che non hanno commesso dei reati e soprattutto di trattenimento indebito di tanti minori, di tante persone che invece potrebbero essere accolte meglio e più dignitosamente in strutture di accoglienza. È uno strumento che è un po’ uno specchietto per le allodole nella gestione delle migrazioni che sta facendo acqua da tutte le parti, e che rischia ulteriormente di considerare le persone che stanno sbarcando come persone pericolose, delinquenti clandestini e tutto ciò che non è vero assolutamente nelle storie di chi sta arrivando”. 

Sull'impegno della Chiesa, Perego afferma che “è continuo: rafforzare la coscienza delle nostre comunità attorno al dramma dei migranti economici, rifugiati e di costruire sempre di più delle storie, dei semi di accoglienza che oggi riguardano duemila strutture che stanno accogliendo richiedenti asilo e rifugiati, oltre 25mila attualmente. La disponibilità sta crescendo di giorno in giorno anche alla luce dell’appello del Papa del 6 settembre, ma anche alla luce delle carenze di un sistema che non è in grado oggi di dare una degna ospitalità a persone, in termini famigliari con un’attenzione particolare alle donne, ai minori, alle situazioni di fragilità. È anche un segno forte contro una politica che rischia di leggere l’immigrazione solo in termini di sicurezza e di non riconoscere in maniera vera nel contesto europeo un diritto fondamentale sul quale e'' appoggiata la nostra democrazia”.(DIRE)

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