8 settembre 2016 ore: 12:28
Immigrazione

Migranti, pesano flussi non programmati. In 30 mesi 431 mila arrivi via mare

Le anticipazioni del Dossier statistico immigrazione 2016. Nel solo 2016, in 8 mesi sono arrivate 107.089 persone. In generale, solo 145.900 risultano ospiti del sistema nazionale di accoglienza
Migranti. Flussi di stranieri

ROMA - Secondo le anticipazioni del Dossier Statistico Immigrazione 2016, veicolate oggi, a favorire un atteggiamento di chiusura verso il fenomeno migratorio è la considerazione che, rispetto al passato, i flussi attuali, per lo più composti da profughi, non sono programmati.
“In realtà – si legge -, una programmazione efficace è mancata anche nel passato, come attestano le sette regolarizzazioni varate (1986, 1990, 1995, 1998, 2002, 2009, 2012) e le misure adottate dai Decreti flussi annuali, per molti versi equiparabili ad altrettante regolarizzazioni di fatto. Guerre, contrapposizioni politiche interne, disastri finanziari, cause naturali, persecuzioni di varia natura: sono tante le cause delle migrazioni. Venirne a capo è difficile e, anche se si può e si deve fare meglio a livello internazionale e nazionale, a poco servono le schermaglie politiche”.
Preso atto che, da una parte gli arrivi dei profughi sono andati fortemente incrementandosi e che, dall’altra, dal 2012 non sono state più varate le quote di ingresso per lavoro per non comunitari, “è tempo di iniziare a considerare anche i nuovi venuti come persone da inserire nel mondo del lavoro, facendosi carico del bilancio delle loro competenze e di adeguate strategie formative e occupazionali”.

Al 30 agosto 2016 si è trattato di 107.089 persone giunte via mare in Italia a partire dal primo gennaio dello stesso anno, a cui si aggiungono i 153.842 sbarcati nel 2015 e i 170.100 nel 2014, per un totale di 431.031 persone approdate negli ultimi 30 mesi. Dei nuovi arrivati, a fine agosto 2016, solo 145.900 risultano ospiti del sistema nazionale di accoglienza (e di essi 111.061 presso i centri straordinari delle diverse regioni e solo gli altri presso lo Sprar).

C’è un’altra obiezione, spesso ricorrente: il costo dell’accoglienza. “Roberto Garofoli, capo Gabinetto del Ministro dell’Economia, presentando all’Accademia dei Lincei il ‘Libro dell’anno del Diritto 2016’, ha precisato che per i nuovi arrivati nel 2015 sono stati spesi 3,3 miliardi di euro, il doppio degli anni precedenti. Una cifra considerevole, probabilmente non destinata a diminuire. A tale riguardo è stato ipotizzato in ambito sociale che, oltre al coinvolgimento dei centri specializzati, in particolare quelli che fanno parte dello Sprar, l’accoglienza, per assumere un carattere ordinario, possa ricorrere anche al coinvolgimento strutturale delle famiglie, dando un seguito effettivo alle ipotesi sperimentali finora condotte. In questo modo una parte delle spese sostenute andrebbe direttamente a favore delle famiglie stesse (opportunamente selezionate e preparate), ma soprattutto ne deriverebbero per i nuovi arrivati benefici a livello di vitto e di alloggio, di pratica dell’italiano e di conoscenza del contesto, oltre che, per entrambe le parti coinvolte, occasioni preziose di convivenza e conoscenza”.

“Del resto – conclude -, molte Regioni e Comuni hanno già sperimentato forme di inserimento dei rifugiati e dei richiedenti asilo in attività sociali a favore della comunità ospitante (con modalità e ipotesi, a volte controverse, che vanno dal volontariato al servizio civile): una prospettiva che, se accompagnata da un’adeguata formazione civica, professionale e linguistica, con l’opportuno coinvolgimento del terzo settore e delle organizzazioni religiose, potrebbe avviare un’integrazione efficace, replicabile in vari contesti territoriali”.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news